Ed Laurie – Cathedral (V2)

Attore prima che cantautore, londinese di nascita ma con l’essere vagabondo nel DNA (la famiglia della madre dispersa per due continenti), Ed Laurie prima di questo lavoro ha pubblicato un EP (“Meanwhile In The Park”, sette brani, venticinque minuti, disponibile solo in download dal 2008) e il debutto vero “Small Boat Big Sea”, che è datato 2009. Non ho ancora recuperato né l’uno né l’altro e di costui non avevo mai sentito parlare prima di imbattermi in quest’album nuovo. Per me è stato una bella scoperta ed è una scoperta che dovreste regalarvi, per cominciare, se la sera accendete candele a un altare di santi fra le cui icone spicca Leonard Cohen. In tal caso l’iniziale High Above Heartache vi farà sobbalzare, chiaramente figlia dell’immensa Tower Of Song ma senza a ragione di ciò scadere in plagio. Non è l’unico momento di prossimità al Canadese, aggiungendosene uno subito dopo con la serenatona con un violino infitto nel cuore di East Wind e un altro più avanti con una Moment Out Of Faith che ricorda ognimmodo anche tanto Dylan e, nel caso ancora non vi foste inginocchiati, pure Jeff Buckley. Presenza immanente anche in una Across The Border che sa nel contempo di Scott Walker alle prese con Jacques Brel, laddove When The Fire Dies Down evoca il sempiterno Nick Drake.

E… lo colgo solo io Tim Hardin nel folk-rock sotto un cielo di Spagna di Spirit Of The Stairway? Ma se – fatte le debite proporzioni giacché è di uno dei massimi capolavori della popular music che si sta parlando – lo si vuole accostare a un singolo disco la pietra di paragone per “Cathedral” è indubbiamente “Astral Weeks”. Con il classico di Van Morrison condivide un organico (affiancano Laurie musicisti quasi tutti italiani e bravissimi) e soprattutto un piglio debitori assai più al folk e al jazz che non al rock. Analoghe le modalità di registrazione (poche sedute, parecchio di improvvisato sul momento), distingue le due opere un passo diverso. Che qui è più piano, come meditativo.

2 commenti

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2 risposte a “Ed Laurie – Cathedral (V2)

  1. Andrea

    Bravo, sicuramente. Peccato che sul web non ci sia modo di ascoltare l’album per intero, anche soltanto in streaming, per capire l’effettivo valore delle canzoni. Giusto due singoli su Youtube, caricati da fine estate, mi pare, ad oggi. Troppo poco per un giovane cantante che tutto sommato conoscono ancora in pochissimi e che avrebbe bisogno di una migliore, ehm, risonanza nel panorama musicale e culturale odierno. Avendo ascoltato così poco ho scelto volutamente di non comprare l’album. Non mi bastano le quattro stelle sul Mucchio Selvaggio. Oggi giorno chiunque in qualsiasi campo di comunicazione, dalla musica al cinema, sceglie di far pregustare la propria pietanza direttamente in rete, dunque non capisco perché non dovrebbe farlo anche Ed Laurie.
    La democrazia del sapere è anche questa cosa.

    • In effetti, se un Leonard Cohen, se un Mark Lanegan scelgono per pubblicizzare le loro ultime uscite di concederne lo streaming a maggior ragione dovrebbe pensarci chi si affaccia ora alla ribalta. Avrebbe solo da guadagnarne.

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