D’accordo: sono meno di due mesi che questo blog è su e non è passato che uno dacché è uscito dalla clandestinità. Nondimeno che il post sulla ristampa di “The Crossing” abbia impiegato meno di ventiquattr’ore per diventare il più letto di sempre è alquanto impressionante. Credo che passerò i prossimi giorni grattandomi la testa e interrogandomi su cosa significhi.
A seguire, la mia recensione originale (1983) di “The Crossing”. Un grazie a Giacomo che mi ha mandato le scansioni.
già che ci siamo, su che numero era il tuo cazzo in confronto al coltello di Bryan Adams?
Non ne ho idea. Pagherei per eliminare fisicamente tutte le copie ancora esistenti, qualunque altra cosa ci sia sopra, e per cancellare quelle tre o quattro righe dalla memoria collettiva.
hahaha, adesso lo cerco e te lo dico io..poi se vuoi lo bruciamo insieme!
Sarebbe purtroppo solo una copia di meno. Non escluderei che qualcuno sia arrivato a buttare il giornale e conservare il ritaglio.
Io neanche li conoscevo i Big Country, ma dopo la gran quantità di inchistro virtuale che avere sparso mi è presa la voglia di provarli: Mi sarebbe piaciuto leggere le recensioni del maestro negli anni ’80, immagino le stroncature su Duran Duran, Spandau Ballet ecc.
P.S. Come fanno le chitarre a suonare come cornamuse?!
Non recensii mai album di Duran Duran o Spandau Ballet, forse qualche singolo. Spandau Ballet non li reggo tuttora, Duran Duran quantomeno sapevano suonare e un po’ di canzoni pop niente male in repertorio le avevano. Cento volte meglio di qualunque altra boy band venuta dopo, in ogni caso.
Quanto alle chitarre che suonavano “come cornamuse”: ascoltare per credere.
sui primi Duran Duran sono abbastanza d’accordo, non ho ascolato i vari dischi per intero, ma da quei pochi pezzi che ho sentito mi è sembrato sapessero scrivere cose quanto meno discrete.
Perfettamente d’accordo! Io fui obbligato ad apprezzare i Duran Duran “for sentimental reasons” e li vidi addirittura in concerto… Mai retti, invece, gli Spandau Ballet.
Il desiderio di riascoltare i Big Country, anni dopo, era in gran parte il desiderio di sentire ancora le chitarre che suonavano come cornamuse!
“For sentimental reasons” si fa TUTTO. O quasi.
ERANO cornamuse travestite da chitarre!
Ecco con quale aggeggio era ottenuto l’effetto: http://www.ebow.com/home.php.
ahahha la ricordo bene questa recensione.
non si possono ascoltare i big country.
Occhio che te menano. 😉
Ebow che è lo stesso marchingegno impiegato per il fantastico solo di chitarra su “under the milky way” dei Church, e del quale anche i Feelies hanno saputo sempre fare un ottimo impiego.
Venerato, ho letto questo su uno dei miei blog preferiti e ho pensato di condividerlo per farti grattare la testa ancora un po’…
http://www.thevinylvillain.blogspot.com/2012/02/dont-plagiarize-or-take-on-loan-unless.html?m=1
Se ti eri stupito per l’affetto di alcuni di noi verso i Big Country, qui siamo molto oltre…
Se ti
Be’, sì, direi che siamo moooolto oltre. Bella storia in ogni caso, come tutte quelle in cui c’è passione vera.