Avevo visto i Pretty Things dal vivo una prima volta sul finire degli anni ’80. Furono simpatici e decenti, in un locale molto grande e semideserto (sì e no settanta persone), ma poco di più. Eseguirono tutto il primo album (una faccenda datata 1965) e mi fece una bizzarra impressione osservare quei tizi decrepiti impegnati nella ricerca del loro tempo perduto. Mai avrei immaginato che li avrei rivisti nel 2012, in un posto molto più piccolo ma in compenso bello pieno, e che si sarebbero prodotti in un concerto da paura, carrellata su una carriera intera e capace dunque di spaziare dal blues alla psichedelia via errebì. Favolosi. Ma sul serio. E non è che stanotte mi siano sembrati più vecchi che nell’88 o ’89 o giù di lì.
Adesso rimugino sulla morale da trarre, in questo “younger than yesterday”. Un’idea, comunque, ce l’ho.
Antonio,
ciao Eddy, vorrei chiederti qualcosa da recuperare dei Pretty Things, visto che non ho niente e non ho ascoltato nulla di loro.
saluti Antonio
Gli indispensabili sono i primi due – l’omonimo e “Get The Picture”, entrambi del 1965 – e poi “S.F. Sorrow” del ’68. La migliore raccolta del periodo classico è “Come See Me”. Il doppio delle “BBC Sessions” è eccellente.
grandi,da ascoltare senza video,odio i dinosauri…..
Ciao Eddy,
ti do del tu perchè dopo decenni di frequentazioni musicali comuni mi sembra di conoscerti quasi di persona. Innanzi tutto complimneti per il blog, l’ho scoperto solo oggi ma approfondirò. Per quel che rigiuarda i pretty things, parachute l’hai dimenticato o lo consideri inferiore a quelli da te citati?
ciao
PS sto acoltando bill whiters dopo aver letto la recensione sul mucchio, ninete male davvero, sarebbe stato bene sull’ottimo scriti nell’anima
“Parachute” è un grande album ma in eventuali consigli per gli acquisti secondo me sta dietro una qualunque raccolta di singoli degli anni Sessanta, “SF Sorrow”, “Get The Picture” e l’omonimo esordio. Il che dà l’idea di quanto fossero immensi i Pretty Things.