Non precisamente uno dei miei gruppi preferiti di ogni epoca i Bee Gees. Però “Odessa” resta un gran bell’album. Però “Saturday Night Fever” rimane uno dei piaceri colpevoli più deliziosi cui arrendersi. E il giro di basso di Stayin’ Alive uno dei tre o quattro più memorabili di sempre, di chiunque.
Domando scusa se riciclo questo vecchio post, però non sapevo dove chiedere lumi per approfondire la recente scoperta dei Bee gees giovani, meno irsuti e falsettanti di quelli dell’era disco e a mio modesto avviso sottovalutati. No perché nei primi loro lavori fino al “doppio rosso” ho scoperto plagi dei Rolling stones pop di Between the buttons, pezzi che avrebbero ingrassato benissimo la tracklist di Magical mystery tour, richiami di Simon and Garfunkel (ny mining disastrer 1941), un generale senso di tensione magniloquente e irrisolta alla walker Brothers. E poi dopo il Bolero di Want one e l’Agnus Dei di Want two come si sarebbe aperto bene un ipotetico Want three di Rufus con Odessa! Ho esagerato forse, ma non è che magari al VMO capiterà di affrontare gli esordi dei fratelli Gibbs con la competenza e la serietà che a me mancano?
Non sono granché preparato sui Bee Gees, nemmeno su quelli del pur monumentale “Odessa”. Ma dovessi un bel dì mettermi a studiarli in qualche modo ve ne renderò partecipi.
Ok io ci spero, le loro prime cose mi stanno intrigando ma mi manca una guida affidabile!