Quel che si dice un artista “di culto”: all’incrocio fra ’60 e ’70 il pianista e autore britannico Bill Fay pubblicava due 33 giri su Decca Nova, il debutto omonimo, il secondo chiamato “Time Of The Last Persecution”, per poi non dare più notizie di sé per ventisette anni, fino a una ristampa digitale su See For Miles di entrambi i titoli. Da allora la sua piccola fama non ha fatto che crescere, grazie all’opera di infervorati apostoli: gli Wilco, Jim O’Rourke, soprattutto David Tibet dei Current 93, per la cui personale etichetta Durtro Jnana vedeva la luce nel 2005, con quei ventiquattro anni di ritardo giacché era pronto sin dall’81, il terzo album del nostro eroe. Che ad ogni buon conto anche avesse trovato una casa discografica allora, come non fu, avrebbe posto un intero decennio fra “Tomorrow Tomorrow And Tomorrow” e il predecessore. Come dire che Fay, che di scrivere non ha mai smesso, è un uomo con i suoi tempi, oltre che indisponibile al compromesso. Poco da stupirsi che quell’ultimo LP non incontrasse in epoca di new wave orecchie capaci di coglierne l’elevato potere seduttivo e d’altra parte un po’ (un po’ tanto) alieno l’artista era parso pure in era di psichedelia sfumante nel progressive. Eccentrico rispetto a qualunque scuola, apocalittico quando lo spirito generale era utopico e il contrario, con un gusto per la melodia sofisticata fatta in eguali quanto indistinguibili parti di pop, folk e jazz e rari spiriti affini giusto nei dintorni di una Canterbury dalla quale si teneva comunque distante. Ha un suo senso, nei giorni retromaniaci che stiamo vivendo, che Fay alla buon’ora si ritrovi sintonizzato su uno zeitgeist che non c’è, non essendo il cronologicamente nuovo praticamente mai altro che un rimescolarsi ad libitum di infiniti passati. Adesso che un vocabolario e una sintassi pur ragguardevolmente peculiari risultano in qualche misura familiari, se non alle masse, a platee ampie come mai prima. Era insomma giunto il momento, dopo le prove inscenate nel 2010 con l’erratico mischione di cose vecchie e inedite di “Still Some Light”, di porre mano al vero quarto album. L’atteso quarto album.
Fra i dodici brani che sfilano in “Life Is People” c’è una cover ed è quella Jesus, Etc. che faceva per la prima volta splendida mostra di sé nel 2002 nel classico degli Wilco “Yankee Hotel Foxtrot”. Restituzione di inchini, visto che del repertorio di costoro fa parte da molto una certa Be Not So Fearful, il brano diventa, porto com’è in una scarnissima veste voce e piano (rin)toccante, quintessenzialmente Fay. Ma del resto: non ha dichiarato tante volte Jeff Tweedy che per la sua educazione sentimental-musicale “Time Of The Last Persecution” fu crucialissimo? Laddove sotto una a dir poco scintillante This World, che potrebbe appartenere indifferentemente all’Elliott Murphy giovane che provava a essere più Dylan di Dylan o proprio a degli Wilco improvvisamente memori di essere stati, in parte, gli Uncle Tupelo, c’è la firma di Fay, ma potrebbe esserci quella di Tweedy che – guarda un po’! – fa capolino come seconda voce. Sono all’incirca i due estremi stilistici fra i quali si muove un grande, grande disco capace di mettere assieme i Pink Floyd alle prese con Arvo Pärt o viceversa di Big Painter e il gospel post-rock da imporre agli Spiritualized Be At Peace With Yourself, il gusto favolistico di There Is A Valley e l’accorata quanto speranzosa liturgia di Cosmic Concerto, il valzer in glassa d’archi di The Healing Day piuttosto che i languori di blues di Empires o il Brian Eno che incontra Satie di The Coast No Man Can Tell. Opera senza tempo che le ingiurie del tempo – ne sono certo – non scalfiranno.
Articolo splendido per un disco meraviglioso. Bill Fay è semplicemente un fuoriclasse senza tempo che forse grazie a certe sonorità di questo disco può uscire dalla favolosa nicchia di pubblico che si è costruito con pazienza, umiltà e sincerità.
Grazie per questa bella pagina di musica.
Il mio intervento solo per ricordare che a fine aprile uscirà il nuovo disco di questo meraviglioso artista, nella speranza che venga recensito dal VM e che sia bello come questo