In Gran Bretagna credo che solo i Fairport Convention dell’anno magico e tragico 1969 siano riusciti a unire un rock di ascendenza inequivocabilmente americana alla tradizione folk locale con la naturalezza, la grazia, la forza, la poesia dei Waterboys di un inavvicinabile (e difatti mai avvicinato) “Fisherman’s Blues”.
Spettacolo di disco. Spettacolo dei miei vent’anni. Applausi.
Purtroppo l’auspicato gioellino lo stiamo ancora aspettando.
Gran bel disco. Li vidi dal vivo nell’89 e mi stesero, mandarono il Teatro Verdi di Firenze in delirio.
Fisherman’s blues è uno dei miei dischi della vita. Pensa un po’, sabato sera alla Birreria Petrarca di Torino (forse la conoscerai anche tu), c’era proprio questo disco che suonava. Mi sono sentito a casa.
https://turrefazioni.wordpress.com/2018/11/13/classics-revisited-il-sogno-del-pescatore/
30 e non sentirli.