Vado a memoria ma sono certo di non sbagliarmi: è da “Black Tie White Noise”, che era il suo diciottesimo album in studio, e sembra ieri ma sono trascorsi vent’anni dacché vedeva la luce, che ogni disco di David Bowie è immancabilmente acclamato dalla critica come “il suo migliore da ‘Scary Monsters’ in poi” (o se no, da quei pochi che come me pensano che fosse e resti una gemma di pop squisitamente a perdere, da “Let’s Dance” in avanti). Per “Black Tie White Noise” si poteva capirlo: veniva dopo i due terribili (ter-ri-bi-li) LP con i Tin Machine e il sollievo che il Duca tornasse a offrire qualcosa di minimamente potabile induceva alla sopravvalutazione. Con il senno di poi, non pare francamente granché e la stessa cosa, con scarti stilistici anche marcati ma dislivelli qualitativi modesti, può essere detta di “Outside”, di “Earthling”, di “’Hours”, di “Heathen”, di “Reality”, tutti lavori salutati all’uscita da “oh” e “ah” di meraviglia (wow! Bowie che si dà alla drum’n’bass! figata!), salvo poi venire accantonati con imbarazzo la settimana dopo. Si può capire pure questo: era difficile accettare che l’artista che per uno sfolgorante quasi-decennio mostrò al rock quali strade seguire, puntualmente un passo o due in anticipo (spesso solo apparente? un aspetto della sua genialità) sul resto del mondo, tristemente rincorresse invece di farsi rincorrere. Al di là di tutto: mancavano le canzoni memorabili. Dai! Sfido chiunque non sia un fan terminale a citarmi anche soltanto tre pezzi del Bowie ’84-2003 degni di figurare in una sua ideale raccolta. A me non ne viene in mente uno. Ed ecco perché, quando a inizio gennaio veniva annunciato che il nostro uomo avrebbe presto interrotto un silenzio ormai decennale, non ho cominciato a trattenere il fiato nell’attesa. “The Next Day” è fuori da una ventina di giorni. Dire che è stato salutato da recensioni entusiastiche (e per i tempi che corrono pure le vendite sono eccellenti) è poco. Sono tutti d’accordo: il migliore album di David Bowie da “Scary Monsters” a oggi. Dopo innumerevoli ascolti, mi accodo. Se però mi chiedete se lo si potrebbe contare fra i suoi dieci migliori di sempre la risposta è: non scherziamo.
Ciò premesso: un’opera irragionevolmente buona se si tiene conto che a darla alle stampe è un signore di sessantasei anni, che pubblicava il suo primo LP nel ’67, da un decennio era scomparso dalle scene e da quasi tre ha smesso di essere rilevante. E qui qualche canzone da includere in un futuro “Best Of” adeguatamente corposo c’è eccome: se non quella che inaugura – una traccia omonima belloccia e astuta nel suo giocare a fare la nuova Beauty And The Beast – minimo quella che suggella, una Heat foschissima che potrebbe venire da “Heroes” se “Heroes” lo avesse firmato uno Scott Walker già proiettato verso “Tilt”. Laddove il funk in moviola, fra il felino e il robotico, di Dirty Boys potrebbe arrivare da “Lodger” (idem una If You Can See Me tesa e spigolosa), la declamatoria Love Is Lost rimanda proprio a “Scary Monsters” e Valentine’s Day (bel riffettino disteso) e la megaballad You Feel So Lonely You Could Die risalgono molto più indietro: fino all’epopea di Ziggy Stardust. Disco furbo nel suo farsi bignamino (Boss Of Me e Dancing Out In Space, per dire, scorie di “Young Americans”) di un’era aurea con pochi eguali? Indubbiamente. Però a me sembra che sia qualcosa più di una mera collezione di anche brillanti esercizi stilistici. Ci colgo un umanissimo sentore di tempo che passa ed è quasi scaduto. Ci colgo – rarità assoluta per il Nostro – emozioni autentiche piuttosto che una rappresentazione delle stesse. Ecco: un Bowie commovente. Ma non chiedetemi di dire una parola buona una sulla copertina.
Sono il solo a pensare che 1.Outside sia un gran bel disco ?
Mi sa di si.
Non trepidavo per nulla per il nuovo Bowie, che ho abbandonato dopo let’s dance (da rivalutare) ma qui il VM è troppo buono. Se questo disco non rientra neppure tra i 10 migliori di Bowie allora è poca cosa, almeno per me che a stento ne conto 5-6 al massimo di dischi veramente veramente buoni.
È interessante quanto si possono vedere le stesse cose in modo diverso. Infatti io non riesco ad amare Let’s Dance. Dopo i capolavori degli anni ’70 e dopo un disco come Scary Monsters arriva Let’s Dance. Per me è stata una doccia fredda. Le cover non sono all’altezza degli originali. China Girl non è paragonabile alla versione su The Idiot ma nemmeno Criminal World è paragonabile all’originale dei Metro.
Se parliamo della tournée Serious Moonlight allora il discorso è diverso.
Le versioni dei vecchi brani sono belle robuste e lo spettacolo è divertente.
The Next Day mi sembra un disco bello. Se i 10 dischi considerati li peschiamo tra quelli che vanno da Man Of Words, Man Of Music a Scary Monsters allora sono assolutamente d’accordo ma lo metterei come 11º o 12º appena prima di The Buddah Of Suburbia e 1.Outside che a me continua a piacere.
Poi per carità io sono un grande fan di Bowie per cui magari sono di parte.
No. E infatti dire che non abbia rilasciato almeno tre grandi canzoni dall’84 al 2003 mi sembra azzardato (anche se il fan terminale trova orribile “Black Tie, White Noise” e modesti un paio della “trilogia senile” ’99-’03). Per il resto condivisione piena sul disco, un ritorno in forma smagliante degno del suo nome
Meno male, credevo di essere l’unico ! A mio parere i dischi capolavoro sono quelli degli anni ’70. Detto questo dirò che per me Black Tie White Noise, The Buddah of Suburbia, 1.Outside sono dischi belli. Non capolavori, siamo d’accordo ma dischi comunque belli.
Penso proprio che sia così, gli occhi di un fan sono gli occhi dell’amore e questo si sa è cieco e al cuor non si comanda e via dicendo. Io non sono mai stato un devoto della chiesa bowie e l’unica volta che l’ho visto (glass spider) mi fece rimpiangere i soldi del biglietto. Ho i suoi dischi dei 70, ho sempre amato i chitarroni di ziggy e la freddezza di heroes ma, ribadisco, fatico a pensare a ben 10 dischi di bowie così meritevoli se non si è fans terminali. intendiamoci, li ho sentiti tutti e tante volte, semplicemente a me più di un tot non dice, anche se ne risconsosco l’importanza e nei miei top 100 un paio di suoi lavori non mancherebbero di sicuro
ciao
Ma obiettivamente mi sembra più che giusto. Io se devo consigliare ad un amico dei dischi di Bowie non andrei oltre Ziggy Stardust, Hunky Dory, Low, “Heroes” e Scary Monsters.
Poi se quelli piacciono ne avrei altri da consigliare naturalmente ma diciamo che da avere sono questi.
Se ti ha schifato la tournée di Glass Spider sappi che non sei l’unico !!! Quella tournée e quel disco sono stati probabilmente il punto più basso della sua carriera. A scanso di brutte sorprese dell’ultima ora…
Oops ! …e Lodger !
Ciao !
The Next Day nell’unico ascolto effettuato non mi ha detto nulla e inevitabilmente le critiche sono entusiastiche come per ogni nuova uscita di ogni grande nome del passato.Ma non capisco perchè sottolineare le immotivate esagerazioni ad ogni nuova uscita di Bowie e invece condividerle per tanti altri che hanno esaurito le idee in modo ancora più palese.In dischi come Black tie o Outside (discreto) o Earlingh se non altro ha cambiato sound ad ogni disco e non ha riciclato il suo passato come Neil Young o Bob Dylan o gli Stones o Lou Reed fanno da decenni.L’unico brano ottimo da inserire in un eventuale best of credo sia stato I’m darenged,per il resto prevale il mestiere anche nei pochi brani che salverei.E comunque 10 dischi di alto livello non credo li abbia fatti nessuno.
Miles li ha fatti, dylan c’è andato vicino, gli stones sono almeno a 5-6, uhm, comunque si in generale hai ragione, 10 dischi sono tanti,a memoria e senza troppo pensarci mi viene in mente solo miles e forse mingus, ma nel rock ho più difficoltà in gneere mi fermo alla metà
miles non vedo cosa c’entra con bowie dylan o i rolling stones,è come dire che rossini rispetto ramazzotti è più melodico.
Non credo che Miles Davis abbia fatto 10 ottimi dischi e non ho mai pensato che sia stato il miglior jazzista o addirittura il miglior musicista moderno:secondo me è solo un luogo comune a cui tanti sembrano adeguarsi..A me Bowie e Dylan piacciono più di Miles e il rapporto fatto fra Rossini e Ramazzotti indica solo eccessivo fanatismo verso il proprio beniamino.I grandi dischi credo siano stati 4 : Kind of blue (che non credo sia stato il miglior disco jazz di sempre)Sketces,In a silent Way e Bitches.I primi dischi dal ’49 non valgono neanche lontanamente le migliori incisioni di L.Tristano o Chet Baker per non parlare delle doti trombettistiche di Clifford Browne,nettamente superiori a quelle di Davis.Provate a togliere i musicisti di cui si circondava in ogni disco e cosa rimarrebbe?Ben poco direi.I dischi del ritorno nei ’60 prima di In a Silent mi sembrano molto meno creativi di un Free jazz o di un A love supreme e sul declino dai ’70 alla morte può dubitare solo un fanatico irrecuperabile.
Che Miles Davis abbia fatto solo 4 grandi dischi è solo una tua rispettabile, ma alquanto discutibile opinione, molto tranchant per non dire altro.
“sorcerer”, “filles de kilimanjaro”, “E.s.p.”, “miles smiles”, “nefertiti”… E poi “Jack Johnson”, “on the corner”, “get up with it” (a proposito del declino anni ’70): non sono dischi di alto livello? Sicuro?
E che c’entrano Clifford Browne e la tecnica trombettistica? Anche Lee Morgan, Freddie Hubbard o Charles Tolliver avevano doti trombettistiche forse maggiori di Miles. E se è per questo anche Alvin Lee andava più veloce di Jimi Hendrix… Ma la statura musicale è abissalmente differente.
Che poi Bob Dylan sia un musicista che ricicla il proprio passato musicale da decenni, perdonami, è un’affermazione che non sta in cielo né in terra. Temo tu non abbia ascoltato i suoi dischi dell’ultimo quindicennio. E sì, ha fatto almeno 10 dischi di alto livello: gli 8 degli anni ’63-’69, e poi “Desire” e “Blood on the tracks”… E mi fermo qui. Non c’è bisogno di essere un fan terminale per affermarlo.
un grande è tale anche perchè sa scegliersi i “comprimari” e Miles lo è stato anche per questo. chi è passato alla sua corte generalmente ha fatto un po’ di strada. il ragazzo aveva orecchio a scegliersi gli uomini giusti, vogliamo fargliene un torto? quanto alle capacità tecniche sinceramente la cosa non mi ha appassionato più dai tempi del “chi è meglio blackmore/page?” dell’adolescenza, altrimenti satriani o similia sarebbero il massimo che può offrire la musica popolare contemporanea e non mi sembra questo il caso, o no? ciao
mamma mia che rigidità. per me tutta questa musica è musica del 900, poi ci sono si i vari generi ma io la prendo un po’ tutta insieme, folk blues jazz rock ma chi se ne frega dell’etichetta, è musica popolare o no? parlo meno della classica perchè sono più ignorante ma alcune cose le ascolto con piacere. ciao
anche a me piace molto miles davis e amo bowie,appunto per questo non penso sia corretto metterli a confronto,specialmente sul piano di loro creazioni ben riuscite o meno ,non hanno niente in comune fra di loro.Ribadisco il concetto,non si possono mettere nello stesso calderone:anche Nino D’Angelo ha fatto almeno otto LP decenti,mentre i King Crimson ne possono vantare non piu di quattro.
Non ho capito neanche quest’altro paragone:Nino D’angelo meglio dei King crimson?
Quando ero militare mi sentivo, causa nonnismo, la discografia completa di Nino D’Angelo tutti i giorni. Sempre per lo stesso motivo ero pronto a giurare che era meglio non solo dei King Crimson ma pure di Hendrix, dei Beatles e pure di Gesù Cristo !!!
Il tuo è il tipico intervento del fan terminale anche se afferma di non esserlo.Quei dischi di Miles sono quasi tutti belli ma nessuno mi sembra un gran disco.Per doti trombettistiche mi riferisco alla personalità e non certo alla velocità.Su Bob Dylan mi sono suffermato più di una volta per sottolineare i fanatismi spesso ridicoli ma ribadisco che dopo Desire non ha più fatto grandi dischi.Conosco tutta la sua produzione e mi sembra evidente che da oltre 30 anni si ricicla (come tutti) anche nelle poche cose che ho apprezzato.In dischi come They times,Another side o John Wesley mi sembra palese che,a parte pochi brani cad.,prevale il testo sulla musica quindi non posso proprio parlare di grandi dischi non essendo fan terminale di Dylan o di nessun altro.
Miles Davis che ha fatto quattro grandi dischi e stop, “John Wesley Harding” musicalmente debole, niente di davvero rilevante dopo “Desire”… ma quelle bestemmie inaudite tocca sentire risuonare in questa chiesa…
Che Dylan non abbia fatto grandi dischi da Desire mi sembra assurdo.
Oh Mercy a mio parere è bellissimo.
Time Out Of Time, Love And Thefth sono molto belli. A Tempest non manca nulla per essere definito un grande disco.
Miles Davis invece ha fatto molto più di 4 dischi molto buoni. In effetti sono così tanti che non ho voglia di scriverli tutti.
Poi uno ha anche il diritto di non ascoltare Davis, Dylan e Bowie ma la realtà oggettiva è questa.
Poi bisogna intendersi sul termine fan.
Io sono un fan di Bowie, questo vuole dire che sono legato a questo artista per vari motivi (è il 1º autore che ho seguito seriamente, avevo 15 anni quando l’ho conosciuto, mi ha fatto conoscere un mondo, il rock, straordinario, ecc. ecc.) questo non vuole dire che non sono critico nei suoi confronti. Il fatto che amo dischi che altri, giustamente, non considerano capolavori è legato probabilmente al fatto che io dedico più tempo e affetto a Bowie che ad altri artisti. Poi mi trovo davanti ad “opere” come Reality, Never Let Me Down, Tin Machine II e dico a malincuore che sono francamente brutti.
Essere fan sfegatati a 15 anni è (grazie al cielo) tutt’altra cosa.
Perdona loro perchè non sanno quello che..ascoltano. Visto il periodo penso si possa dire senza che nessuno si indigni troppo, no?
Nessuno si indigna ma sono perfettamente consapevole di quello che… ascolto.Dato che prima hai detto di non conoscere la musica classica posso consigliarti,anche perchè è gratuito,l’ascolto della mia web radio di musica classica:radiosymphony.com.Fidatevi,sono perfettamente consapevole di quello che dico e l’orecchio per la musica non mi manca.
Non ti manca orecchio, magari, ma l’empatia con la schiera dei “fan terminali”, che è vastissima a quanto pare.
Sul fatto che poi Lennie Tristano o Clifford Brown (nomi grandissimi, sia chiaro) avessero maggiore personalità artistica di Miles rimani in splendida solitudine, mi sa: ti ricordo che già nel 1949-1950 qualcuno aveva registrato “Birth of the cool”. Così, per dire.
Il mio tono era ironico, darò un’ascolto alla tua radio, la classica per me si limita a Chopin (tutto), Bach (poco) Mozart (poco) rachmaninov beethoven e poco altro. pochissima lirica, è grave?
@Giuliano, concordo con te, a me Tristano per esempio piace tantissimo e pure Clifford Brown ma nessuno dei due “vale” Miles, ma neppure Mingus o Coltrane e l’importanza anche storica, oltre alla “giurisprudenza” mi fanno ritenere di non essere tanto lontano dal vero. E tra i due il più innovatore è Tristano.
Anche il mio tono era ironico! Mi sembrava ovvio! Semplicemente volevo sottolineare che sapevo quello che dicevo.Adesso chiarisco alcuni punti e chiudo l’intervento anche perchè ogni mia opinione scatena polemiche inutili:nei blog solitamente regna il cantarsela e suonarsela e se qualcuno si azzarda ad avere delle proprie opinioni viene messo alla berlina con commentini ironici e irrisori senza che vengano fornite motivazioni.Questo atteggiamento da fan terminale mi è semplicemente estraneo essendo reduce da 20 anni di musica classica.Detto questo specifico che non ho mai detto che Tristano sia superiore a Davis:mi riferivo solo all’aspetto cool.Brown come trombettista mi piace più di Davis anche se sicuramente nei suoi pochi anni di attività non è stato così eclettico come Miles.Sono un fan sia di Bowie che di Dylan che di Davis ma non capisco perchè nel primo viene messo in evidenza il declino ma per gli altri 2 no!
Scusa, ma chi è che non ha visto il declino di dylan o davis? se per caso ti rivedi un paio di miei post su dylan vedrai che, anche se li amo molto, non sono certo uno che lesina le critiche, specie a dylan, il più amato e che quindi mi provoca le incazzature più grandi ( e gli ultimi suoi dischi non sono proprio granchè, dopoTOOM è stato, per me, il buio con l’eccezione di alcuni pezzi notevoli sparsi qua e la, ma singoli brani, un LP come dio comanda non l’ha più fatto) Idem per davis post 75. L’unica cosa di cui sono fan terminale sono i Dead, ma a parte i live la loro discografia in studio è quella che è, con la sola eccezzione di aoxomoxoa,america e wd, il resto e lo dico da fan è prescindibile quando non inascoltabile, via, raus robbaccia immonda!. Vedi tu se ti sembro uno che se la canta e se la suona. Quanto a Bowie non dice più nulla dalla fine dei 70 (mi piacicchia anche let’s dance ma insomma, di operina si tratta), è stato importante e, per me, sempre un gran furbacchione, sempre sul pezzo per dirla giornalisticamente ma poi ha, necessariamente, perso il ritmo. Tutto qui, non si può essere sempre al massimo, si sa, ma tra lui e l’ultimo neil young, tanto per dire, preferisco il vecchio neil e me lo vado pure a rivedere. ciao
neil young, ecco uno che forse alla decina ci arriva, anche cohen forse forse, e tra i più GGIOVANI direi forse che Nicola Caverna e I Semi dele Male sono in bella posizione. ciao
Più che la conta di chi arriva o no a 10 grandi album, quello che da la differenza sono le discografie ricche, magari con alti e bassi ma con decenni di album interessanti, rispetto a chi ha respirato per un paio di album e poi ha perso il fiato.
Dylan: Infidels, Oh Mercy e Time out of mind sono grandi album.
Regole: Chi sostiene opinioni su musica pop o rock motivandole vantando profonde conoscenze di musica classica ha capito male. Ma proprio male.
Oh mercy e TOOM sicuramente, Infidels (che è un bel disco) molto ma molto meno, basta dire che ha sagacemente tolto blind willie mctell per metterci quella cagata di neighborod bully. solo per questo dovrebbe essere condannato a 10 mila anni più le spese.
david bowie con i suoi dischi ha fatto la storia del rock.lo ha fatto sopravvivere almeno dieci anni in più del dovuto.lui è finito e con lui anche il poprock. e voi siete qui a menarvela con dilan e il negretto con la trombetta.bowie for ever!
Cerchiamo di non trascendere, OK?
Non stavo vantando alcuna profonda conoscenza.Certi commenti,anche se ironici,mi avevano leggermente irriitato e comunque avere un minimo di preparazione nel campo della musica classica non può far male.
Il commento di Fabrizio Scuderi è una provocazione per farsi 4 risate,vero?
Io non ho riso per niente e ricordo a tutti che sarei il padrone di casa.
Lo spero !!!
Ciao a tutti, sono controtendenza, ma il primo cd dei Tin Machine continuo ancora ad ascoltarlo con grande piacere dopo molti anni.
Ma infatti, anche a me piace
Bowie è l’unico, immenso artista che apprezzo da sempre.
Sconcertante, questo disco può anche non piacere e va bene! Cristo però, Outside è un capolavoro assoluto, non averlo ancora compreso dopo 18 anni significa non avere delle basi musicali adeguate! cosa gravissima per un recensore!!
Posso fare qualcosa per rimediare?
Epic win. Venerato…
Finalmente uno che la pensa come !!!
Senza trascendere, la cosa davvero imperdonabile da parte di Cillia e Guglielmi è stata inserire nel “1000dischi” solo due album di Bowie e sette (!) di Bob Dylan. L’influenza di Bowie è vivissima tutt’oggi mentre Dylan è un’artista sì meritevole, ma inestricabilmente legato al suo tempo tanto che oggi non lo ascolta nessuno sotto i quarant’anni. Non dico che questa sia una cosa positiva, sicuramente dagli album di Zimmerman c’è molto da imparare e da godere ma nel compilare una lista di “fondamentali” si dovrebbe assegnare il giusto peso storico alle opere e rappresentare Bowie con solo due album è a dir poco miope.
Cari saluti
A me pare invece che 7 a 2 sia la giusta proporzione tra dylan e bowie. Vogliamo fare 7 a 3? Ma giusto perché il tuo nick è ispirato a Emil Cioran (o no?…) “Vago attraverso i giorni come una puttana in un mondo senza marciapiedi”…
E non mi fate più sentire in questo blog che dylan è “inestricabilmente legato al suo tempo”.
Beh, insomma, da dylaniato devo ammettere che è molto legato al suo tempo, tanto che in inglese anche alcune frasi lasciano interdetti gli attuali ascoltatori, ma riesce cionostante anche a trascenderlo. detto questo è anche vero che l’età media del suo pubblico è decisamente alta e, visto la stato dei concerti ( è dall’84 che lo vedo) e degli ultimi dischi dubito che possa acoinvolgere le giovani generazioni anche se l’ultima volta che l’ho visto, a Viareggio nel 2010 o 2011 c’erano parecchi ragazzini, alcuni veramente entusiasti alla fine di un concerto che effetivamente la sufficienza poteva anche prenderla.
Per dire, “Masters of war” non ha davvero tempo… E molte, molte altre.
Poi un po’ scherzavo ovviamente: non mi sfugge davvero la statura artistica di Bowie.
Facciamo così: 6 a 4; togliamo “Oh Mercy” e aggiungiamo “Hunky Dory” e “Station to Station”.
“A parte la materia, tutto è musica: Dio stesso non è che un allucinazione sonora.” (E.M. Cioran)
Ok, affare fatto. D’altronde si finisce per intenderci tra noi che abbiamo “L’inconveniente di essere nati” fulminati dalla musica… 😉
Oh Mercy non si tocca
Peviani, non fare il Civati… Proprio adesso che avevamo inaugurato le larghe intese.
🙂
10, 100, 1000 Pippi Civati!
No dai, il mio modello e’ più il Berlusconi di lotta e di governo: “Restituite Oh Mercy o me ne vado da Blue Bottazzi!”
Ok, mi adeguo al clima da inciucione e propongo uno scambio tra Time out of time e Lodger…
Un po’ fuori tempo, come mio solito, mi sento di dire che The Next Day mi piace ancora anche se non l’ho ancora messo nelle mie raccolte, solo perché mi pare meno assetato di successo a buon mercato; mi colpisce invece più per interesse sull’uomo che sulla sua musica, in quanto quasi (?) annuncio della sua fine e per questo più genuino, Blackstar.
Ma chissà mi viene voglia di tornare a molto oltre quarant’anni prima, per ricordare un disco raramente citato, che è invece quello con cui ho iniziato a innamorarmi di Bowie: The Man Who Sold the World; eravamo ancora nel 1969. Consiglio a tutti di riscoprirlo, con tutte le sue ingenuità e la sua creatività.