Sarebbe un po’ una domanda tipo “a quale dei tuoi figli vuoi più bene?”, ma se mi chiedessero di eleggere un singolo fascicolo di “Velvet” a rappresentare quell’avventura indicherei il 26, novembre 1990. Il più ricco e brillante di tutti. Era anche, sebbene totalizzando numeri che oggi qualunque rivista musicale italiana si sogna (parliamo di poco meno di novemila copie), il meno venduto di sempre. Si consolidava un trend al ribasso che induceva Federico Guglielmi – amministratore oltre che direttore – a proporre agli altri soci della Essediemme (il sottoscritto, Maurizio Bianchini, Ermanno Labianca e Gianni Gabrieli) la sospensione delle pubblicazioni. Accadeva tutto talmente all’improvviso che decidevamo di fermarci con il numero successivo già disegnato sulla carta. Questo prospetto è l’unica testimonianza che resta del “Velvet” che non uscì mai. Danzig in copertina, un ricordo di John Lennon a dieci anni dalla morte, Roger McGuinn e Steve Winwood in corsa per l’intervista del mese e ancora articoli su Sisters Of Mercy, Fugazi, Pylon, Deee-Lite… Non male, eh?
Chiudere perché si vendono “solo” novemila copie; pazzesco.
Davvero altri tempi.
Bel ricordo e bella testimonianza.
P.S.
La scrittura mi sembra quella di Federico.
La scrittura è la mia. Del numero uno vendemmo non ricordo se 11.300 o 11.700 copie. Quelli ottimisti erano annichiliti dalla delusione. Quelli pessimisti meditavano il suicidio.
Ne avevamo tirate 30.000, economicamente fu un’apocalisse. Mi pare fossero 11.700, ma vedrò di verificarlo: i resoconti del distributore sono stati tutti conservati (credo mi manchi solo quello del n.26, che arrivò al nuovo amministratore).
Federico, quale fu il più venduto e quanto vendette? E il numero speciale dei 333 album?
Il più venduto fu il primo, nettamente. Lo speciale non ricordo, dovrei controllare, ma non ne stampammo tantissimi. A memoria direi che ne vendemmo sulle 5.000 copie, ma potrei sbagliarmi.
Solo 5000??
Spero siano andate tutte esaurite, vero?
Immagino che tra i rimpianti collaterali ci sia quello di non avere qualche decina di arretrati da vendere a valutazioni consone.
Io due o tre copie in più dovrei averle. Si accettano offerte. 😉
No, la scrittura è di Eddy. Io dovrei avere qualcosa di simile… ma anche no, è probabile che gli appunti siano stati buttati.
Dopo più di un mese che non arrivava nulla in edicola mi agitai moltissimo. Cominciai a telefonare al numero della redazione, ma non rispondeva mai nessuno, finche’ un giorno trovai un Guglielmi piuttosto stressato che mi spiego’ che la situazione era diventata insostenibile, ma che di li’ a breve sarebbero tornati in edicola con un progetto un po’ diverso.
E’ da tanto che mi fido di voi, anche per come fu gestita quella fase: effettivamente Velvet torno’ in edicola molto cambiato, e per un po’ sembro’ che potesse funzionare…
Eravate partiti troppo in anticipo e siete finiti proprio quando il momento giusto stava arrivando.
I frutti li raccolse soprattutto Rumore.
Pero’ a me rimane l’idea che sia una storia che meriterebbe di essere ripresa, perché quell’idea di rivista musicale era stupenda ed oggi spazzerebbe via tutti i mezzi giornali che ci sono.
Forse li spazzerebbe anche via, ma i numeri si sono fatti così piccoli che temo che, per usare una frase fatta, il gioco non varrebbe la candela.
Ai tempi c’erano spese FOLLI di fotocomposizione. Poco dopo la chiusura arrivarono i primi mac: fosse accaduto prima saremmo probabilmente riusciti ad andare avanti e allora chissà…
Ripensandoci, credo che a segnare il destino di “Velvet” fu il nome. Lo avessimo chiamato “Fleetwood” ne avremmo venduto decine e decine di migliaia di copie a numero. Lo capì bene chi, qualche tempo dopo, fondò un altro giornale e lo chiamò “Rumours”. O all’incirca.
io credevo che Sorge & Campo si fossero ispirati alla Carrà. Pensa te 😀
Non è che qualcosa (chessò, il ricordo di Lennon), per quel n. 27, era già pronto e si potrebbe leggerlo ora?
Vado a memoria: le pochissime cose già scritte vennero recuperate sul famigerato numero del gennaio 1991, quello che quasi mi costò la vita (e non per modo di dire), quello di cui pagherei con il sangue per distruggere tutte le copie ancora esistenti e cancellarne anche la memoria.
In che senso quasi ti costò la vita?
Diciamo che lo stress provocatomi dal modo di lavorare folle del nuovo direttore mi portò a un collasso. In albergo, alle quattro di mattina, senza telefono in camera, senza la forza manco di strisciare fino alla porta e chiedere aiuto. Mai stato così male e se devo stare così male un’altra volta preferisco morire direttamente.
i Deee Lite finirono poi sulla copertina del primo numero del nuovo corso, durato pochissimo, vero?
Exactly. In un sommo esempio di apertura mentale, per l’epoca avantissimo…
Esattamente. La seconda serie, comunque ottima anche se il direttore non ero più io, durò per tutto il 1991: otto numeri.
Poco meno di 9.000 copie !!! Oggi si ucciderebbe per queste cifre.
Delle vecchie riviste Velvet e Bassa Fedeltà sono quelle che più vorrei rivedere in edicola.
visto che si è in vena di riapertura dei Velvet-files: gli pseudonimi quali giornalisti nascondevano? Mr. Bizarro direi fosse Vittore Baroni, ma Sauro Bellingardi chi era?
Bizzarro era Vittore, sì. Bellingardi forse Bianchini, ma non ci giurerei.
Cipolla messicana ! cipolla messicana !
La rivista italiana che ho amato di più. Anch’io, come Peviani, feci un sacco di telefonate quando…
Bah.
Io mi precipitavo ad acquistare Velvet in edicola.
Ci scrivevano le firme che mi interessavano (Cilià e poi Bianchini, di cui ancora oggi ricordo il bellissimo editoriale nel primo numero, ma anche il Cotto di quei tempi e Marco De Dominicis, giusto per citarne alcuni).
Grazie a una recensione su Velvet acquistai “Like Narcissus” di Davis su Rough Trade che è un album ancora oggi di culto, per me.
Quella gente scriveva di musica come raramente ne ho letto in futuro.
E’ vero erano altri tempi, ma vaffanculo, che tempi.
Ma pensa te! L’intervista ai Pylon l’avevo fatta io :-p
Ce l’hai ancora?
Dovrei. Archivi cartacei vetusti, forse sono sopravvissuti. Ci guardo.
Se la trovi e se ti va, recuperarla sarebbe fantastico.
Ce li ho tutti e stavo pensando di creare un blog-tributo al mio giornale di musica preferito di sempre.Un bell’impegno mettersi lì e scannerizzare tutto , ma ce la posso fare ( sempre che non mi denunciate per infrazione per diritto d’autore)
Ho anche il fantastico “333 Album” ,che conservo gelosamente anche se un po’ rovinato da quanto ho consultato..(costava 5000 lire all’epoca)
Colgo l’occasione per ringraziarvi tutti per aver contribuito notevolmente ad ampliare i confini della musica
Buon lavoro e Rock-on !
🙂
Recepisco il genuino entusiasmo e l’assoluta buona fede e però no, non puoi farlo. O, meglio, potresti farlo solo dopo avere contattato ogni singola persona abbia contribuito anche solo con una recensione a quella avventura editoriale e avere ottenuto da ogni singola persona una liberatoria. Ogni scritto è di proprietà dell’autore e non importa che sia ormai passato un quarto di secolo. Un domani potrebbe volerlo riutilizzare (al limite anche senza fini di lucro, come ho fatto io in questo blog postando quasi tutti gli articoli miei usciti a suo tempo proprio su “Velvet”) e da una ripubblicazione nella forma che prefiguri tu ne avrebbe un danno. Non credo che nessuno ti denuncerebbe, ma ci sarebbe di sicuro chi ti chiederebbe di togliere dal sito il materiale a sua firma.
bah..non so se ne avrebbe un danno anzi .
In passato ho chiesto autorizzazioni ad artisti per pubblicare delle cose e nessuno mi ha mai negato il consenso. Cmq.la legge è questa, ce la teniamo e la rispettiamo . ..penso solo che se tutti gli autori si mettessero chiedere di rimuovere il materiale pubblicato, piattaforme come “Tumblr” ed internet tutto potrebbero anche chiudere.
Non voglio innestare nessuna polemica , anzi,ho apprezzato il fatto che tu mi abbia risposto, Velvet rimarrà nel baule ed io seguirò il tuo blog . Buon lavoro
Ciao Antonio