Il genio di cui i Beatles hanno detto che “è il nostro gruppo americano preferito” nell’agosto 1969 non è ancora la star che diverrà da lì a poche settimane grazie alla ripubblicazione di un 45 giri già uscito l’anno prima con un impatto sulle classifiche modestissimo. Riedita in forza dell’inclusione nella colonna sonora di Midnight Cowboy, la sua versione di Everybody’s Talkin’ di Fred Neil a questo giro sarà invece un numero 6 USA, successone che il nostro uomo replicherà e migliorerà due anni dopo con un’altra cover, questa volta dei Badfinger, Without You, prima negli Stati Uniti, in Canada, in Gran Bretagna, in Irlanda, in Australia. Ironico che due canzoni scritte da altri siano rimaste i successi più grandi di un autore eccezionale quale Nilsson. Ironico che quello che in molti considerano uno dei suoi due LP classici essendo l’altro proprio l’album che contiene Without You (ma che è per il resto quasi tutto autografo), “Nilsson Schmilsson”, sia una collezione di cover e tutte di un uomo che a sua volta Nilsson considerava un genio, ossia Randy Newman. Che di suo nel 1969 di successi ne aveva già mietuti diversi ma tutti scrivendo per altri, laddove l’esordio in prima persona “Creates Something New Under The Sun” era passato inosservato. Registrato nell’arco di sei settimane l’estate prima ed edito su RCA Victor nel gennaio ’70, “Nilsson Sings Newman” a dispetto del fresco stardom del titolare collezionerà recensioni ditirambiche ma commercialmente non avrà sorte migliore. Lo ha vendicato la posterità, acclamandolo per il capolavoro che è.
Realizzato in totale collaborazione (solo loro due nello studio) con un Randy seduto al pianoforte e lietamente incredulo di avere trovato un’anima gemella, aperto come già quell’altra pietra miliare di “Song Cycle” di Van Dyke Parks da Vine Street, è un album imprescindibile per i cultori di entrambi gli artisti. Per sei settimane filate Nilsson cantava e ricantava ossessivamente ogni brano (diversi provenienti da “Something New”, di altri non si ascolteranno le versioni dell’autore che anni dopo), fintanto che non era certo di averne catturato l’anima. E quell’anima la liberava poi in interpretazioni dove lirismo ed eleganza pari sono e lo sguardo al mondo newmaniano tradizionalmente cinico si scopre raddolcito, improvvisamente simpatizzante con un’umanità dolente. Sono dieci canzoni e ciascuna a suo modo indimenticabile, si tratti di una Love Story ultra Beatles o di una Caroline che mette insieme Brian Wilson e Paul Simon, di una The Beehive State che Dylan riecheggerà in Blind Willie McTell, di una I’ll Be Home da risentire gospel o dalla Band o di una Dayton, Ohio 1903 che trasloca Ray Davies oltre Atlantico. Non fa naturalmente male: incisione sontuosa, che questa riedizione Speakers Corner rende al meglio, per essere un disco sostanzialmente di soli piano e voce.
Pubblicato per la prima volta su “Audio Review”, n.349, gennaio 2014.
“Creates Something New Under The Sun” è il più bel titolo di sempre, solo la Bonzo Dog Doo-Dah Band all’epoca reggeva il confronto…
e se dicessi che non solo non so chi sia, non solo non l’ho mai ascoltato, ma anche che non ho mai visto la copertina di questo disco?
E se ti dicessi che io ancora oggi continuo a scoprire cose che non conoscevo o ad approfondirne altre che conoscevo poco? 🙂
beh diciamo che ci sarebbe una certa qual scorciatoia per conoscere costui…cofanetto (semi)integrale di 17 (diciassette) cd “The RCA Albums Collection”. Prezzo? Beh, un pò caro per questi tempi grami, ma tant’è. Tieniti forte: 59,00 euri (CINQUANTANOVE). Fanno ca. 3,5 euri il cadauno.
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