Bettye LaVette – Worthy (Cherry Red)

Bettye LaVette - Worthy

Chissà se quando si alza la mattina Bettye LaVette è più felice e orgogliosa di avere avuto più vite, artisticamente, del proverbiale gatto o seccata per avere dovuto attendere un’età matura per vedersi acclamare come merita, universalmente annoverata fra le più grandi voci della black contemporanea. Lei che non era che sedicenne, e insomma non aveva l’età per amare, quando il suo singolo d’esordio su Atlantic faceva irruzione nei Top 10 della classifica R&B di “Billboard”. La canzone era My Man – He’s A Loving Man e si era nel 1962. Impiegherà vent’anni a pubblicare il primo LP e ulteriori ventuno a dargli un seguito e non sarà che quando quest’ultimo, “A Woman Like Me”, comincerà a collezionare premi che il suo nome uscirà dalle cerchie carbonare dei collezionisti di rarità soul a 45 giri. Il seguito dovreste conoscerlo, se non altro perché su queste pagine si è regolarmente riferito degli album – quattro; e i primi tre imperdibili – frutto fra il 2005 e il 2012 del rapporto della signora con un’etichetta felicemente fuori dagli schemi quale la Anti. Ammesso e non concesso che l’ultimo della serie, “Thankful N’Thoughtful”, avesse un po’ deluso (non in termini assoluti ma perché, per la prima volta, l’ombra della routine vi si allungava) “Worthy” segna un indubbio ritorno alla forma migliore.

Produzione griffata Joe Henry come già nel 2004 per il capolavoro “I’ve Got My Own Hell To Raise”, il disco parte funky con una Unbelievable sotto la quale non ci si crede che ci sia la firma di Bob Dylan e si congeda blues con una traccia omonima dal catalogo di Mary Gauthier. In mezzo tutte le sfumature del soul e qualcuna del jazz, in nove canzoni che trasfigurano totalmente spartiti che dobbiamo fra gli altri ai Beatles, ai Rolling Stones, ai Savoy Brown, allo stesso Henry.

Pubblicato per la prima volta su “Audio Review”, n.360, febbraio 2015.

4 commenti

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4 risposte a “Bettye LaVette – Worthy (Cherry Red)

  1. Massimo P.

    Mi stava per scappare una lacrima. Emozionante.

  2. marktherock

    Quella che scappò a me, dalla felicità, quando riuscii a mettere le mani su “Child of the Seventies”, riedizione in cd spettacolare (anche come suono, sissignore) dei singoli Atlantic di questa sublime Signora

  3. Mimmo Monopoli

    ciao Eddy, che ne pensi dell’ultimo disco di Bettye Lavette, Things Have Changed?

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