Come un Cole Porter post-punk: il Joe Jackson di “Night And Day”

Joe Jackson - Night And Day

Lingua appuntita come le scarpe aguzze che campeggiano sulla copertina del debutto a 33 giri “Look Sharp!”, Joe Jackson emerge nel 1979 dalla scena new wave londinese come un altro Elvis Costello, versione mod. L’esordio e il successivo “I’m The Man” propinano pop-rock nervoso ed energico. Il carosello delle metamorfosi si avvia con il flirt con il reggae di “Beat Crazy”, prosegue con lo spumeggiante swing di “Jumpin’ Jive”, tocca vertici di ispirazione suprema nel disco più intimamente newyorkese mai concepito da un musicista britannico. Citando Cole Porter già nel titolo, ispirandosi a music hall e musical, giocando con la salsa, il funk e una sofisticata forma di canzone jazz, Joe Jackson si mantiene fedele allo spirito del punk nel preciso istante in cui ne rigetta la lettera, operazione dissimile musicalmente ma concettualmente, filosoficamente affine a quella posta in essere dai Clash da “London Calling” in avanti, così come dall’Elvis Costello che in quello stesso 1982 dava alle stampe “Imperial Bedroom”. Il calore che promana da “Night And Day” andrà del tutto smarrito nel seguito di un’avventura travolta dall’eccesso di ambizione, fra sinfonie e improbabili notturni cameristici.

Pubblicato per la prima volta in Rock – 1000 dischi fondamentali, Giunti, 2012. Joe Jackson compie oggi sessantadue anni.

5 commenti

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5 risposte a “Come un Cole Porter post-punk: il Joe Jackson di “Night And Day”

  1. Sì, è vero Eddy quando scrivi: “…Il calore che promana da “Night And Day” andrà del tutto smarrito nel seguito di un’avventura travolta dall’eccesso di ambizione, fra sinfonie e improbabili notturni cameristici”. Però è anche sbrigativo e semplicistico: io trovo che dopo Night And Day Joe Jackson di cose buone ne abbia incise; anche in particolare con l’ultimo lavoro “Fast Forward” del 2015 è tornato a fare cose notevoli!

  2. Anonimo

    a me piacque persino il tanto bistrattato “Blaze of Glory”….deviazioni o cattiva riuscita dei padiglioni auricolari?

  3. D’accordo, Joe Jackson si è fatto prendere la mano, ma alcuni bei dischi li ha piazzati anche dopo, e concordo con Pasquale, fast forward è un bel disco.

  4. Gianmarco

    body and soul è un altro capolavoro, big world contiene almeno tre gemme, blaze of glory è più discontinuo ma forse è l’ultimo disco di livello dei suoi anni d’oro. poi l’ho perso di vista, ricordo solo un discreto live in new york del 2000 con belle cover di ellington e degli steely dan

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