Benvenuti nell’appartamento del padre di tutti i DJ. È il giorno di San Valentino del 1970 e David Mancuso ha organizzato a casa sua (a New York; dove, altrimenti?) una festa. Si può entrare solo mostrando un invito e non si va lì per bere. Soltanto per ascoltare dischi e ballarli: funky, soul e musica latina e africana innanzitutto, ma anche rhythm’n’blues, jazz, rock. Come a Parigi nel maggio ’68, non sarà che un inizio. L’epoca d’oro del Loft durerà fino al 1974 con propaggini nei tardi ’70-primi ’80 e fino ai nostri giorni (Mancuso mette tuttora dischi in serate con questo nome) e sarà in questi party leggendari che si formerà il gusto di personaggi determinanti per la dance successiva come Frankie Knuckles e David Morales.
Quei giorni e soprattutto quello stile vengono ora evocati in “David Mancuso Presents The Loft”, una doppia raccolta Nuphonic che mette in fila troppe canzoni memorabili perché se ne possa dar conto nello spazio di una recensione. Basti, a chiarire l’ampiezza del ventaglio stilistico coperto, citare i due estremi: il campagnolo funky-blues di City Country City dei War e la disco virata house di Devotion dei Ten City. Perché, come dice Mancuso, “The Loft is a feeling“.
Pubblicato per la prima volta su “Blow Up”, n.18, novembre 1999.