Heroes (dall’album omonimo, RCA, 1977)
Heroes (dall’album omonimo, RCA, 1977)
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Rock’n’Roll Suicide (da “The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars”, RCA, 1972)
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Tu quoque Kurt Wagner? Erano gli anni ’80 quando la batteria cominciò a suonare nello stesso fastidioso modo – poco ambiente, cassa ripresa senza pelle, rullante sparato – in troppi dischi pop-rock. Ed è “quella” batteria che li data e ha fatto invecchiare male musica anche valida. Lo sapevamo che sarebbe successo. Allo stesso modo, oggi sappiamo che tantissima musica del decennio corrente ci risulterà inascoltabile per l’abuso che fa dell’auto-tune, adoperandolo non per correggere l’intonazione della voce (per quello era stato inventato), bensì per distorcerla, rendendola lievemente metallica. Che diamine! L’auto-tune risulta già ora insopportabile, figurarsi quando la moda sarà passata. E sfortunatamente è ovunque, non solo in certe produzioni pop, hip hop o errebì che scanseremmo comunque. Tocca sorbirselo ormai anche nella canzone rock “d’autore” e non è trascorso che un mese dacché me ne lamentavo dicendo dell’ultimo Bon Iver.
Vederla la mia faccia, amico lettore, quando trenta secondi dentro l’altrimenti squisita ballata In Care Of 8675309 è entrata la voce e… Ho dovuto digerire un paio di ascolti interi delle undici tracce e dei sessantotto minuti di “FLOTUS”, undicesimo album per la ragione sociale forse più riverita di quell’alt-country sul serio “alternative”, per venire a patti con la novità e cominciare a formulare un giudizio un minimo obiettivo. Per ammettere a denti stretti che, in questo contesto di Americana (nell’accezione Randy Newman del termine) infiltrata di elettronica e con pulsioni avant (per i clamorosi 18’14” della conclusiva The Hustle si può tranquillamente chiamare in causa Terry Riley), la voce distorta ha un senso e persino una poetica. Nondimeno provo a immaginarmi “FLOTUS” senza auto-tune e credo sarebbe migliore. Un capolavoro, quasi.
Pubblicato per la prima volta su “Audio Review”, n.382, dicembre 2016.
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Lazarus (da “Blackstar”, RCA, 2016)
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Station To Station (dall’album omonimo, RCA, 1976)
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Sound And Vision (da “Low”, RCA, 1977)
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È in edicola da alcuni giorni il numero 383 di “Audio Review”. Contiene mie recensioni dei nuovi album di Assalti Frontali, Childish Gambino, Foxygen, Jim James, Moro & The Silent Revolution, Nada Surf, Conor Oberst, Romare, Syd Arthur, Amerigo Verardi e Neil Young, di una raccolta di Will T. Massey e di recenti ristampe di Black Grape e David Ruffin. Nella rubrica del vinile ho scritto diffusamente di Amy Winehouse e più in breve di James Brown.
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Young Americans (dall’album omonimo, RCA, 1975)
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Suffragette City (da “The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars”, RCA, 1972)
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