Gang – Calibro 77 (Rumble Beat)

“E tutto che sembrava pronto/per fare la rivoluzione/ma era una tua immagine o soltanto/una bella intenzione”, cantava nel 1976 Giorgio Gaber in I reduci, brano di apertura di “Libertà obbligatoria”. Per poi concludere amaro che “già a vent’anni siam qui a raccontare/ai nipoti che noi/noi buttavamo tutto in aria/e c’era un senso di vittoria/come se tenesse conto del coraggio la storia”. Così Gaber si congedava dall’utopia sessantottina. Così, inconsapevole o preveggente, un anno in anticipo già annunciava la sconfitta del Movimento che a breve avrebbe occupato strade e università. Figli in ogni senso del ’77 – politicamente come musicalmente, ma la loro musica era d’importazione e si chiamava punk-rock – i Gang scelgono proprio I reduci per congedarsi da questa resa dei conti con la loro precedente educazione sentimentale. E la chiusa d’organo di un brano girato significativamente in blues ha un che di definitivo. Solo che poi ti viene da rischiacciare “play” e ripartire, da Sulla strada, dal Finardi di “Sugo” (sempre 1976), il jazz accantonato e in suo luogo un bel piglio funk.

Ancora troppo recente (2015) “Sangue e cenere”, ed esito di una gestazione troppo incredibilmente lunga (ma quanto fruttuosa!) perché già gli si possano fare andare dietro pezzi nuovi, la banda dei Severini sceglie di dargli un seguito con questa collezione di cover, di cui pure da tantissimo si favoleggiava. Brani che del ’77 furono colonna sonora e vengono ripresi con un affetto che non indulge al rispetto eccessivo. Sicché nulla vieta di trasportare in Centro America il De Gregori di Cercando un altro Egitto, di iniettare di soul il De André di Canzone del maggio o di virare country il Bennato di Venderò. Decisiva la produzione americana (Jono Manson) per evitare l’effetto nostalgia.

Pubblicato per la prima volta su “Audio Review”, n.385, marzo 2017.

4 commenti

Archiviato in archivi, recensioni

4 risposte a “Gang – Calibro 77 (Rumble Beat)

  1. Gian Luigi Bona

    Disco bello e importante, sono orgoglioso di avere partecipato al crowdfounding.

  2. Paolo Stradi

    Anch’io ho partecipato alla “colletta”, ma non sono proprio entusiasta sia dell’esito che delle motivazioni che hanno portato ad inciderlo

  3. Mauro

    Quel “esito di una gestazione troppo incredibilmente lunga (ma quanto fruttuosa!)” sta a dire che Sangue e Cenere rappresenta un picco nella produzione dei Gang? Come lo collochi all’interno della loro discografia?

    • Scusa il ritardo con cui rispondo, innanzitutto. Non contando gli inizi in inglese, che sono davvero tutta un’altra vicenda, lo metto naturalmente sotto gli epocali “Le radici e le ali” e “Storie d’Italia”. Però non così tanto sotto, al netto del valore anche storico che hanno quei due dischi. Lo collocherei uno scalino più in basso, a pari merito con “Controverso”, che amo molto.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.