It was 51 years ago today (2)

Bob Dylan – Blonde On Blonde (Columbia, 1966)

Inciso a Nashville durante le pause concesse da un tour mondiale e perlopiù con navigati musicisti del posto (della Band c’è soltanto Robbie Robertson; Al Kooper fa il regista), il primo album doppio della storia del rock è la versione estesa, raffinata e pacificata di “Highway 61 Revisited”. Impressionantemente cresciuto è un eclettismo che consente di presentarsi con la marcetta di gusto felliniano, che trasmuta in vaudeville western, di Rainy Day Women # 12 & 35 e congedarsi con gli undici minuti filati della sognante, favolistica Sad Eyed Lady Of The Lowlands (un unico brano a occupare una facciata: nessuno aveva mai osato). In mezzo c’è parecchio blues (affilato in Pledging My Time, dinoccolato in Leopard-Skin Pill-Box Hat, striato di jazz e country in Temporary Like Achilles), ci sono shuffle chiesastici (Memphis Blues Again) e valzerini (4th Time Around), c’è il primo country-punk di sempre (Jason & The Scorchers non dovranno eccedere in foga per fare loro Absolutely Sweet Marie). Più di tutto, ci sono le gentili allucinazioni di Visions Of Johanna, una memorabilissima canzone d’amore come I Want You, romantica e spumeggiante, e la canzone definitiva di non-amore: Just Like A Woman.

Pubblicato per la prima volta in Rock – 1000 dischi fondamentali, Giunti 2012. A oggi sono passati esattamente cinquantun anni dall’uscita di  “Blonde On Blonde”.

4 commenti

Archiviato in anniversari, archivi, Bob Dylan

4 risposte a “It was 51 years ago today (2)

  1. G.P.

    Non sapevo quale spazio utilizzare per chiederti un consiglio, così ho pensato di scrivere un commento sotto l’ultimo articolo pubblicato su Dylan; mi piacerebbe leggere qualche libro/saggio sul Nostro, ma non saprei da dove iniziare: quali sono i volumi fondamentali? Detto così suona un po’ generico, ma è già capitato in passato che consigliassi 2-3 titoli essenziali per approfondire la conoscenza di un artista (penso a un tuo speciale sui Velvet Undeground). Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi fatto leggere il libro di Bockris e Malanga, che nel frattempo è stato pure tradotto in italiano.

    • Ops! Mi era sfuggito questo tuo intervento, scusa il ritardo con cui rispondo. Per cominciare potresti provare a recuperare la classica biografia di Anthony Scaduto. L’edizione italiana è fuori catalogo, ma nei remainders si trova ancora con una certa facilità. Se con l’inglese te la cavi punta “No Direction Home” di Robert Shelton. Integra con l’eccellente “La voce di Bob Dylan. Una spiegazione dell’America” di Alessandro Carrera.

      • G.P.

        Ti ringrazio, sei stato gentilissimo. Intanto ho letto il libro di Carrera, scritto divinamente e pieno di spunti e interpretazioni interessanti. Sembra uno scherzo ma è tutto vero: sono riuscito a trovare il libro di Scaduto nella biblioteca del Seminario Vescovile…

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