Come sparare sulla Croce Rossa? Letteralmente, giacché il tour che doveva concludersi il giorno in cui questo disco è uscito è stato interrotto da Bob Seger dopo tredici delle trentadue date previste per un grave problema alla schiena. Il vecchio (classe 1945) rocker ha promesso che recupererà i concerti annullati e gli si augura di riuscirci. Poi però basta? Nel 2014 recensendo “Ride Out” ipotizzavo che il titolare fosse al passo di addio e come congedo discografico sarebbe stato onesto. Almeno nell’ottimo poker di brani iniziale quasi (quasi) all’altezza dei favolosi anni ’70 (la seconda metà) del nostro uomo. Età aurea sia artisticamente che commercialmente in cui raccoglieva magari meno consensi critici di un Bruce Springsteen ma, negli Stati Uniti, in popolarità gli stava alla pari. Diciottesimo album in studio ma solo terzo in questo secolo, “I Knew You When” risulterebbe invece un pessimo finale. Auspicare che ce ne sia un diciannovesimo, dignitoso? Certo, ma è difficile immaginarlo apprendendo come già questo sia pieno di brani recuperati da cassetti dove da lungi giacevano. Sin dal 1993 nel caso del declamatorio rock’n’roll Runaway Train. Segno che l’ispirazione latita.
Mai stato un maestro di finezza, Seger, ma davvero tutto qui è inutilmente sopra le righe e non si maschera – semmai si sottolinea – la pochezza compositiva con gli assoli di chitarra tamarra, le batterie come tamburi di guerra, i cori e gli ottoni e gli archi che debordano. Non si salvano dal massacro le due cover di cari estinti – Busload Of Faith di Lou Reed, Democracy di Leonard Cohen – e però resta chiara la loro superiorità a livello di scrittura rispetto al resto di un programma ad abissali minimi in una The Sea Inside che fa il verso ai Led Zeppelin e nella power ballad Something More.
Pubblicato per la prima volta su “Audio Review”, n.395, gennaio 2018.
Piacerebbe, a Springsteen, fare un disco così, di questi tempi.
Sfortunatamente è una triste corsa al ribasso.
Sic transit gee-el-o-are-i-ay mundi. Peccato però.