Compagine a mio avviso alquanto sopravvalutata (ancora oggi pressoché intoccabile) e per tutte le ragioni sbagliate, i Cream: il primo supergruppo, i primi a pensare che il rock – non più semplicemente rock’n’roll e ancora infante – avesse bisogno di una qualche nobilitazione culturale. Con loro il blues si appesantiva e diventava hard e la forma-canzone, almeno nei concerti, si dilatava enormemente e in maniera affatto diversa da quella scelta dalla coeva psichedelia, pagando dazio a un tecnicismo che prefigurava gli eccessi progressive. Quando erano viceversa assai bravi sia a confezionare deliziosi motivetti pop (la loro qualità migliore e più ignorata) che a rendere il blues con feeling mimeticamente black e senza fronzoli. E sono per fortuna questi ultimi i Cream che emergono dalla loro prima antologia ufficiale di incisioni radiofoniche a vedere la luce, ventidue brani registrati fra il novembre 1966 e il gennaio ’68 (venti a oggi inediti in questa forma), più quattro brevi inserti di interviste a Eric Clapton. Solo due pezzi sono sopra i quattro minuti, molti non arrivano a due.
È una raccolta incompleta, siccome la prima session (ottobre 1966) è andata perduta e si è scelto (sarebbe stato se no necessario un doppio) di non offrire versioni differenti di un medesimo titolo, e gli estimatori più accaniti se ne rammaricheranno. Chi sul sodalizio Clapton/Bruce/Baker la pensa come me troverà invece motivi di soddisfazione nel solare pop, acidulo e quintessenzialmente British, di Sweet Wine, nel fantastico vaudeville beatlesiano di Wrappin Paper, nella sospesa e asciutta psichedelia di Tales Of Brave Ulysses, in una Politician forse mai così affilata. Peccato che la qualità tecnica, inusitatamente, non sia all’altezza della tradizione BBC.
Pubblicato per la prima volta su “Audio Review”, n.235, maggio 2003. A oggi sono trascorsi esattamente cinquant’anni dal giorno in cui i Cream annunciavano che, dopo un ultimo tour americano e due concerti in patria programmati fra l’ottobre e il novembre successivi, si sarebbero sciolti.
Eddy ma il tuo manuale rock su Eric Clapton è da avere? Per quanto inevitabilmente datato…
È una raccolta di traduzioni di articoli e interviste da stampa estera. Non c’era tanta ciccia perché Clapton a lungo con i media parlò poco o nulla, ma con il non molto a disposizione feci del mio meglio.