Once They Were Voodoo Children: i primi Not Moving

Prima ancora di ascoltarli, e addirittura senza nemmeno bisogno di vederli in foto, in chi fortunatamente o sfortunatamente già c’era, e già amava il rock’n’roll, i Not Moving suscitavano un brivido di eccitazione solo a leggere i titoli di quel primo EP 7” dato alle stampe nel 1982. Uno dei pezzi era una cover dei Surfaris, Wipe Out, e il semplice scoprire che in Italia qualcun altro li conoscesse, i Surfaris, era di suo fantastico. Un altro brano si chiamava Baron Samedi e il sospetto e anzi la certezza che l’ispirazione non arrivasse da Tex bastava a sentirsi parte, con ragazze e ragazzi di Piacenza, del medesimo sotterraneissimo culto. Tutti quanti bambini Vudù, chiaro. Benché registrato con il culo (e sia detto senza offesa per il culo stesso), “Strange Dolls” andava anche oltre le attese e così, un tot di mesi dopo, il fratello minore “Movin’ Over”. Ma quando mai aveva potuto vantarlo, il Bel Paese, un gruppo simile? Un incrocio fra Gun Club e Banshees, gli X e i Cramps, con nel DNA gli Stones così come Howlin’ Wolf o i Doors e l’intera genìa oscura dei “Pebbles”. Erano new wave, i Not Moving. Però erano punk, però erano surf, però erano garage, però erano… new wave. Però!

Storia raccontata da altri di recente su queste stesse pagine e “Light/Dark”, raccolta con tutti gli EP e i mini pubblicati fra l’82 e l’87 (e a postilla il primo demo), vale per colmare i buchi nella narrazione. Imperdibile per chi non c’era. Sfortunatamente per lui.

Pubblicato per la prima volta su “Il Mucchio”, n.684/685, luglio/agosto 2011.

3 commenti

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3 risposte a “Once They Were Voodoo Children: i primi Not Moving

  1. Gian Luigi Bona

    Grande band ! (Mamma mia quanto era sexy la voce di Lilith in “Baron Samedi” !)

  2. Hunter Viniskia

    tanta roba

  3. Oliviero Marchesi

    Grandissimo gruppo, forse il più grande di sempre tra i gruppi italiani (ma l’aggettivo “italiano” è già riduttivo: quanti gruppi in Europa facevano quelle cose, e a quel livello, nel 1982? E quanti, anche in America, davano gli stessi brividi?). Una cosa di cui mi vanterò fino alla morte con i miei discendenti è il ricordo di quando mi sono sposato e, all’uscita dalla cerimonia, ho trovato Tony Face e Lilith, live-in-person, che erano venuti a salutarmi e a fare le condoglianze alla mia malcapitata signora. Cioè, cazzo, io mi sposavo e due IDOLI ASSOLUTI della mia adolescenza venivano a farmi gli auguri! Se, al posto loro, fossero venuti a salutarmi Jagger e Richards accompagnati da Bowie con Iggy Pop al guinzaglio credo che ne sarei stato meno impressionato. A proposito di Iggy Pop: purtroppo non potei assistere al concerto italiano (“Rock in Idro 2006”, credo) in cui i riuniti Stooges suonavano all’Idroscalo di Milano con i Not Moving, anch’essi riuniti, che aprivano il “Main Stage”. Ma, anche senza esserci andato, ho la certezza che Tony e compagni, a Iggy e ai fratelli Asheton, gliele hanno suonate.

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