Sorprendente quanto risulti divisivo un gruppo che fa musica così esangue e monocorde e mi rendo conto di essermi schierato già con questa prima frase nel (minoritario) campo di quanti considerano alquanto (o molto) sopravvalutato il duo di Baltimora. All’album numero sette, come da titolo, e ciò dà a intendere che la cantante e tastierista Victoria Legrand e il chitarrista Alex Scally considerano a tutti gli effetti come sesto quel “Thank Your Lucky Stars” che nel 2015 tallonava dappresso, mandato nei negozi appena un mese e mezzo dopo, “Depression Cherry”. Non la pensava così il pubblico, intendendolo evidentemente come una collezione di scarti per cultori terminali e comprandolo in quantitativi decisamente ridotti rispetto alla media abituale, ma tant’è. In fondo, meglio la raccolta “B-Sides And Rarities”, licenziata nel 2017 dalle solite Sub Pop (Nord America) e Bella Union (Europa) per ingannare l’attesa per un album “vero”: quantomeno lì i Beach House qualche infinitesimale deviazione dai soliti schemi se la permettevano, ce la concedevano.
Lavoro in studio numero sette e, se nel complesso avrà ragione “Pitchfork” (sponsor della coppia dacché nel 2006 la faceva esordire inserendo un suo brano in un mixtape) a dirlo il disco a oggi dal suono più pesante e coinvolgente, a smontarlo una qualunque delle sue undici tracce potrebbe venirne sfilata e inclusa in uno qualunque dei predecessori e chi se ne accorgerebbe? Non io. Ogni canzone dei Beach House resta fondamentalmente la stessa, data dalla somma voce energica + tastiere gorgoglianti + chitarre scintillanti. Nell’eterno (di per sé benemerito) tentativo di mettere insieme Mazzy Star, My Bloody Valentine, dei Cocteau Twins in fissa per Brian Wilson. Facendo sognare taluni e talaltri semplicemente dormire.
Pubblicato per la prima volta su “Audio Review”, n.400, luglio/agosto 2018.
A volte non concordo con il VM, ed è giusto così 🙂
https://turrefazioni.wordpress.com/2018/06/05/retronow-beach-house-polvere-di-sogni/
Disaccordo totale. Pochi gruppi recenti mettono insieme tanta quantità e qualità restando (positivamente) gli stessi. Ma mi fermo qua prima di sentirmi rispondere “che noia”…
Dopo aver letto una recensione entusiasta mi ero messo in casa Bloom , doppio 12 a 45 giri una schiccheria. Rivenduto a distanza e non sapendo d’aver una tiratura limitata ci ho pure guadagnato. Ci presi qualche euro e il vinile secondo dei Khruangbin ( me ra vi gli o si ) .
Non saprei, lo sto aspettando.