In una lista di decine di nomi (trentadue per Wikipedia e secondo altre fonti la formazione che nell’87 registrava il primo album “vero” era la decima: in sette anni!) si potrebbe tranquillamente affermare che, tolto il leader e solo punto fermo Martin Phillipps, il componente più influente dei neozelandesi Chills sia stato il batterista con cui incidevano nel 1982 il debutto a 45 giri Rolling Moon. Contribuiva a quello e a null’altro più il povero Martyn Bull, siccome mesi dopo soccombeva alla leucemia e per Phillipps era un evento tanto traumatico da indurlo a cambiare provvisoriamente nome al gruppo. Elaborava il lutto con la mortifera Pink Frost, stupendo ossimoro di canzone nel contempo squillante e tenebrosa e, non avesse firmato che quella, un posto nel Pantheon dei grandissimi del pop-rock chitarristico già lo avrebbe garantito. Un paio di anni ancora e I Love My Leather Jacket – argomento: un giubbotto regalato al Nostro dallo sfortunato batterista – era il brano che apriva alla band le porte del mercato americano. Clamorosamente nei primi ’90 avrebbero girato negli USA in ambito major, ultimi alfieri del college rock nel mentre i R.E.M. ne diventavano le superstar.
Sopravvissuto a quel flirt con il successo vero e soprattutto a certe pessime abitudini, Phillipps tre anni fa riesumava la storica ragione sociale per il primo lavoro a nome Chills del nuovo secolo, “Silver Bullets”, e ora persevera con una collezione tanto concisa – dieci tracce, 33’27” – quanto del tutto all’altezza della sua piccola leggenda. “Snow Bound” si segnala come indispensabile se l’elenco dei vostri amori annovera Smiths, Go-Betweens, Lloyd Cole, House Of Love. Facile però, in tal caso, che pure i Chills siano per voi degli eroi e non abbiate atteso di leggerne qui per catturarlo.
Pubblicato per la prima volta su “Audio Review”, n.402, ottobre 2018.
Grande gruppo. Mi ricordo che all’epoca, preso dall’entusiasmo per queste fantastiche pop songs australiane e neozelandesi, comprai Love Buzz degli Hummingbirds. Mi entusiasmarono pure loro, ma ebbero vita breve. I Chills per fortuna sono ancora in corsa. Ed in gran forma.
Un piccolo e sintetico excursus sul kiwi-sound https://turrefazioni.wordpress.com/2016/07/12/kult-korner-come-on-lets-go-downunder-in-lode-della-suora-volante/