Richard Thompson – 13 Rivers (Proper)

Aveva sì e no vent’anni Richard Thompson quando imprimeva il suo nome in caratteri cubitali nella storia della popular music da chitarra solista dei Fairport Convention artefici di un trittico di capolavori – “What We Did On Our Holidays”, “Unhalfbricking” e “Liege & Lief” – che cambiava per sempre il rapporto fra folk britannico e rock, creando contaminazioni la cui eco ancora si riverbera. Ne aveva ventuno quando li lasciava e avrebbe potuto da allora vivere di gloria e del lavoro da turnista garantitogli da una tecnica strumentale sopraffina. E invece no, non si accontentava, disseminando nella prima metà dei ’70 – in fondamentale collaborazione con l’allora moglie Linda – altre pietre miliari sulla strada di una musica elettroacustica austera e poetica, altera e includente, aristocraticamente ecumenica. Per poi traversare in scioltezza l’epoca della new wave facendosi riconoscere come fratello maggiore di un Elvis Costello e arrivare a quella del college rock riveritissimo da Bob Mould come dai R.E.M. E almeno da allora avrebbe potuto sul serio riposare sugli allori. Macché!

Tre ulteriori decenni sono trascorsi e il nostro sessantanovenne eroe continua a ingrossare una discografia giunta con questo al diciottesimo capitolo in studio (con quelli che divise con Linda si arriva a ventiquattro) senza il fantasma di un mezzo passo falso. Se va da sé che i classici d’antan restano insuperabili, “13 Rivers” nondimeno evidenzia ispirazione ed energia prodigiose per un musicista che frequenta studi di registrazione e palcoscenici da mezzo secolo. Antipodico rispetto agli “Acoustic Classics” reinterpretati nel più immediato (2017) predecessore, è uno dei suoi album più turgidi e corruschi, un blues cattivo ad animarlo più di un folk che fa capolino solo occasionalmente e in tralice.

Pubblicato per la prima volta su “Audio Review”, n.403, novembre 2018.

11 commenti

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11 risposte a “Richard Thompson – 13 Rivers (Proper)

  1. Mauro

    Oltre a “What We Did on Our Holidays”, “Unhalfbricking” e “Liege & Lief” dei Fairport Convention, ed a “I Want to See the Bright Lights Tonight” e “Shoot Out the Lights” con Linda Thompson, che già possiedo, cos’altro mi consigli di questo fantastico artista?

  2. Anonimo

    Possiedi già tutto il meglio degli anni 70 e primi 80. “Hand of kindness”
    ciao

  3. marktherock

    ‘una discografia […] senza il fantasma di un mezzo passo falso:. Direi che non si poteva dire meglio (siamo non tantissimi, ma forse neanche così pochissimi, i Thompson-addicted….sia come sia, credo tutti concordi sulla tua affermazione). Consiglio all’utente che vuole arricchire la sua discografia di mettere tra gli indispensabili (almeno) quel grande disco che è ‘Mock Tudor’
    Buon anno, Eddy e grazie ancora per tutto

  4. Mauro

    Già, adesso ricordo. “Mock Tudor” lo recensisti in modo entusiastico (su Blow Up, mi sembra) e se non sbaglio lo inseristi anche nella tua playlist del 1999. Come abbia fatto a sfuggirmi resta un mistero. Ma… a proposito di playlist, non ce la stai facendo sudare un po’ troppo quella del 2018?

    • Relax… L’anno scorso il conto alla rovescia cominciò il 2 e terminò il 23. Nel 2019 si inizia un giorno dopo ma sempre il 23 si finirà. Manco qualche giorno di vacanza posso prendermi? 😉

  5. Mauro

    Per carità, tutto il tempo che vuoi, ci mancherebbe. È che sono ancora terribilmente affezionato al sacro rito delle classifiche di fine anno dei mie critici preferiti. Ci trovo sempre qualcosa che mi era sfuggito nel marasma delle recensioni lette durante l’anno.

  6. Oliviero Marchesi

    A Mauro, che peraltro ha già il meglio in casa, consiglio, oltre a “Mock Tudor”, due fantastici dischi di Richard&LInda: “Hokey Pokey” (la title-track è una vera goduria) e “Pour Down Like Silver”. Se poi Mauro diventerà un fan terminale di Richard Thompson (succede inevitabilmente), allora trarrà godimenti infiniti (specie per quando riguarda la seconda parte) da uno dei dischi più colti, idiosincratici e divertenti mai incisi, “1000 Years Of Popular Folk Music”, con il Richard che spazia da gemme medievali (“Sumer Is Icumen In”, la prima canzone mai SCRITTA) a Britney Spears (!!!). “1000 Years Of Popular Folk Music” è da acquistare RIGOROSAMENTE in versione provvista di Dvd, per godersi le facce di Thompson e la sua impagabile ironia, specialmente nel bis del traditional “Sam Hall” (la mia versione preferita di sempre!).

  7. ‘Pour down…’ davvero splendido.

  8. Mauro

    Grazie a tutti per i consigli. Come sospettavo, il Nostro è uno da mutuo.

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