E tre. Nell’attesa che “Billboard” certifichi se “A Brief Inquiry Into Online Relationships” è riuscito a bissare anche negli USA il successo di “I Like It When You Sleep, For You Are So Beautiful Yet So Unaware Of It” (se una cosa non si può contestare al quartetto di Manchester è la grandiosità di taluni suoi titoli), arrivando cioè al numero 1, pronti e via in Gran Bretagna l’album guarda già tutti dall’alto in basso. Impresa che, oltre che all’immediato predecessore datato 2016, era riuscita pure al debutto del 2013 (semplicemente omonimo) del gruppo formato formalmente ben undici anni prima dal cantante e chitarrista ritmico Matt Healy, dal chitarrista solista Adam Hann, dal bassista Ross MacDonald e dal batterista George Daniel (tutti si sdoppiano a tastiere e sintetizzatori). Il che fa dei 1975 di gran lunga il gruppo “rock” under 30 di maggior visibilità di questi anni ’10 se non si contano robe imbarazzanti tipo gli Imagine Dragons o i Greta Van Fleet. Con una differenza rispetto a quegli altri là: che i 1975 la critica anglo-americana li adora. Per ragioni che proprio mi sfuggono.
Radici lontane in un punk di impronta emo, i ragazzi hanno via via forgiato un sound sempre più variegato, proteiforme fino all’inafferrabilità ma non lo dico in senso buono. Cosa tiene insieme un numero alla New Order come Give Yourself A Try e uno alla Radiohead circa “Kid A” quale The Man Who Married A Robot/Love Theme, la disco con auto-tune di Too Time Too Time Too Time e una ballata jazz notturna come Mine, la collisione Burial/Chemical Brothers How To Draw/Petrichor e una boiata schiettamente AOR come Love It If We Made It? Niente. In piccole dosi (scegliendo bene) “A Brief Inquiry…” può essere OK, nel complesso non si regge. In tutti i sensi.
Pubblicato per la prima volta su “Audio Review”, n.405, gennaio 2019.
Disco sopravalutato, andiamo a vedere a Bristol che succede (Idles)
Buon ascolto.
https://venerato-maestro-oppure.com/2019/01/10/i-migliori-album-del-2018-10-idles-joy-as-an-act-of-resistance-partisan/
😜👍