Qualche altra buona ragione per ricordare con affetto (la nostalgia, che è sempre canaglia, lasciamola stare) gli anni ’80. Di cui già al tempo si diceva un gran male e invece…
Qualche altra buona ragione per ricordare con affetto (la nostalgia, che è sempre canaglia, lasciamola stare) gli anni ’80. Di cui già al tempo si diceva un gran male e invece…
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L’unico concerto che non mi sono perso è quello degli U2. Era il Joshua Tree Tour, con Pretenders, Lone Justice e BAD, a Modena però. Devo dire che è stato bello, ma non intenso come quello di due anni prima ( primo tour degli U2, quello di Unforgettable Fire). Secondo me iniziava a farsi sentire una leggera routine.
Psychedelic Furs bravi ma con un repertorio già più moscietto (era il tour di ‘Mirror Moves’, che, ahinoi, la fece un po’ da padrone in quel concerto)
Waterboys strepitosi (ah, quelle poltroncine del morigerato Colosseo…)
Invidia enorme per aver sempre mancato i Lobos
Dylan+Petty+McGuinn visti a Modena, credo il giorno dopo. Los Lobos 3-4 anni fa, ancora una vaporiera, una grande resa di Cinnamon Girl. A qualcuno, dalle parti di Redwood, saranno fischiate le orecchie. Il buon vecchio, giurassico classic rock fa ancora la sua porca figura e scalda i cuori, a trent’anni di distanza.
Beh tu, in un articolo scritto a quattro mani con Federico Guglielmi sul supplemento a Velvet intitolato “Velvet Gallery – Il nostro rock in 333 album” (ce l’ho davanti mentre scrivo) li difendesti strenuamente those important years, rendendo finalmente giustizia a chi, come il sottoscritto, per ragioni anagrafiche il rock dei 60’s e dei 70’s non aveva avuto modo di viverlo in tempo reale, ma nondimeno aveva avuto la vita cambiata (in meglio) da quegli artisti e dischi colossali che illuminarono d’immenso gli 80’s (e la mia vita). Aaah… mi sono tolto un peso dallo stomaco anch’io (cit.).