Ho un problema con questo disco, che è il medesimo che avevo con un predecessore, “FLOTUS”, di cui il dodicesimo album in studio dei Lambchop è sia propaggine che evoluzione: analoghe le sonorità, qui si lavora di più su una forma canzone classica laddove lì, muovendosi entro orizzonti in ogni senso più ampi (undici tracce, 68’46”, contro otto per complessivi 45’43” del seguito), ci si concedeva qualche ulteriore sperimentazione. Rispetto alla principale, intendo, all’uso dell’auto-tune in un contesto ben altro rispetto a quello del becerume variamente pop e/o black che ci circonda e ammorba, tutto uniformando, a volte sciupando e datando irrimediabilmente materiali se no di valore. L’insopportabile, onnipresente auto-tune. Che ci azzecca(va) con l’alt-country più alternative mai giuntoci da Nashville, con il cantautorato alto – un po’ Mark Eitzel, un po’ Randy Newman corretto Americana – di Kurt Wagner? Responsabile da oltre un quarto di secolo (sempre predominante, monopolista mai) del progetto Lambchop.
Nondimeno nella vita a tutto ci si abitua allorché si è arrivati a farsene una ragione. Tanto avevo messo a metabolizzare “FLOTUS”, giungendo solo dopo svariati ascolti a cogliere un senso e persino una poetica nella scelta di alterare disumanizzandola una voce oltretutto bella ed espressiva, tanto poco ho impiegato a rassegnarmi – si parte così: auto-tune a palla – per “This (Is What I Wanted To Tell You”). Al netto di testi al solito da esegesi, lo consideri uno strumento come gli altri, il cantato, e ti ritrovi libero di perderti in una scrittura stellare, in un ordito definitivamente post-country pregno di elettronica, screziato di funk, di soul, di jazz. Resta però sempre il dubbio: che effetto farebbe con una voce diversa, quella vera?
Pubblicato per la prima volta su “Audio Review”, n.407, marzo 2019.
Mahhh diciamo che la copertina non invoglia già di suo all’acquisto. Quali sono a tuo parere i dischi irrinunciabili del gruppo? Questo come si posizionerebbe?
Scusa il ritardissimo nella risposta. Il classicone è “Is A Woman”, per quanto mi riguarda. Tallonato dappresso da “Aw C’mon / No You C’mon”. Per il resto non faccio classifiche ma non butto via nulla (se mi puntano una pistola alla tempia “How I Quit Smoking”, che però gode in generale di ottima reputazione). Questo si situerebbe in seconda fascia, ma sempre di un campionissimo stiamo parlando e dunque…
caro eddy, a proposito di IS A WOMAN io sono affetto da una specie di sindrome maniacale. quando sto male ho bisogno di ascoltare in loop i primi 3 pezzi del disco. quando sto bene, anche. non sono in grado di esprimere con le parole quello che succede ai miei neurotrasmettitori quando l’aria vibra con “the daily growl” – “the new cobweb summer” – “my blue wave”.
nel complesso però come disco nella sua interezza apprezzo molto anche NIXON. tu cosa ne pensi a riguardo?
È da molto, moltissimo che non lo riascolto, ma ne conservo un buon ricordo.