Steve Earle & The Dukes – Guy (New West)

Abbonato alla classifica country dacché ne conquistava la cima nell’86 con il tardivo esordio “Guitar Town” (bella rivincita su una Nashville che lo aveva emarginato più di quanto non provvedesse lui a emarginarsi da sé), l’eterno ribelle Steve Earle è entrato un’unica volta nei Top 20 di “Billboard”: fu dieci anni fa e con un’antologia – lui che è autore superbo – di canzoni altrui. “Townes”, dentro una quindicina di riletture da brividi di Townes Van Zandt, splendido cattivo maestro cui il nostro uomo era a tal punto legato da chiamare un figlio (a sua volta divenuto artista di vaglia) Justin Townes. C’è da credere che quel piazzamento se lo sia appuntato come una medaglia al valore, non per le vendite (figurarsi!) quanto per la soddisfazione di avere contribuito lui pure alla glorificazione, sfortunatamente post mortem, di un gigante del cantautorato USA. “Più grande di Dylan”, azzardò una volta proprio Steve Earle e se esagerava non stava esagerando troppo.

Ora: due modelli ha avuto il Nostro e l’altro era Guy Clark, uno che (parole di quell’altro grande cantastorie di Jerry Jeff Walker) scriveva “di uomini anziani e treni vetusti e ricordi come fossero film in bianco e nero”. E “se ho un rimpianto”, racconta il titolare di questo disco (che è uno che si è sposato sette volte e ha rischiato di morire, di eroina o alcool, settanta volte sette), “è di non avere mai scritto un pezzo con Guy e dire che me lo aveva chiesto lui”. Gli domanda perdono, a tre anni da quando un tumore glielo e ce lo ha strappato, rifacendone sedici dei brani più memorabili. Fedele alla lettera oltre che allo spirito quando con Townes qualche libertà se l’era presa. Sto parlando di classici come Desperados Waiting For A Train e Rita Ballou e ogni appassionato di Americana sa che non serve aggiungere altro.

Pubblicato per la prima volta su “Audio Review”, n.408, aprile 2019.

3 commenti

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3 risposte a “Steve Earle & The Dukes – Guy (New West)

  1. marktherock

    e no, non serve davvero aggiungere altro

  2. Francesco

    magari notare che il vinile non è proprio il massimo,,,e che, a mio modesto parere, townes era decisamente più riuscito. si vola sempre alto, ma l’altro per me era più sentito, forse mi sbaglio ma chissà..

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