Paul Simon e Art Garfunkel attraversano i ’60 con grazia impareggiabile, con l’entusiasmo della giovinezza sfumante senza cesure nella saggezza della maturità, offrendo un ritratto dei tempi assai meno agiografico di quanto la memoria non suggerisca. Con un nocciolo di amarezza al centro della polpa di canzoni straordinariamente amabili: a scorrere i versi di The Sound Of Silence (il brano che nel 1965 li promuoveva allo stardom grazie a una felice intuizione del produttore Tom Wilson, che vi aggiungeva a posteriori chitarre elettriche, basso e batteria) ci si chiede chi altri abbia detto tanto con così poche parole sul tema dell’incomunicabilità. Ed è mai stata rappresentata l’innocenza di quegli anni meglio che nel bozzetto di amore in viaggio di America? Un film e un’epoca in tre minuti e trentasei secondi. Ma a fine decennio la coppia arriva scoppiata.
Non lo immagina probabilmente nessuno, fra i milioni che acquistano “Bridge Over Troubled Water” spedendolo al primo posto in classifica un po’ ovunque, che quella che era stata una bellissima storia di amicizia, prima e oltre che un felice sebbene squilibrato sodalizio artistico, sia all’epilogo e sembrerà un suicidio commerciale da rivaleggiare con quello – lo stesso anno! – dei Beatles l’annuncio dello scioglimento. Tanto di più si sentiranno allora traditi i fan riguardando quella foto sul retro copertina, con Paul che appoggia la testa sulla schiena di Art con gesto di tenerezza infantile. Ma che congedo che fu! Il 33 giri più memorabile fra i cinque del duo, un’unica piccola caduta con il folk andino alquanto kitsch di El condor pasa e per il resto un susseguirsi di gemme, si tratti di uno squassante errebì bianco come Keep The Customer Satisfied o dello scanzonato beat Why Don’t You Write Me, dell’elegiaca So Long, Frank Lloyd Wright o della ninna nanna Song For The Asking, o ancora del rock’n’roll Bye Bye Love, che in un tripudio di applausi salda il debito con gli Everly Brothers. Le più abbaglianti in apertura di facciate: il più bello spiritual laico di sempre (Aretha lo capì subito e lo fece suo), che è la canzone che intitola l’album, e l’epitome somma di folk-rock The Boxer.
Tratto da Rock: 1000 dischi fondamentali più cento dischi di culto, Giunti, 2019. Cinquant’anni fa a oggi “Bridge Over Troubled Water” sostituiva “Led Zeppelin II” al primo posto della classifica di “Billboard” degli album più venduti negli Stati Uniti. Ci resterà per dieci settimane consecutive.
Probabilmente Paul Simon è il miglior songwriter del XX secolo.
Diciamo tra i migliori.