Per un attimo i newyorkesi The Men mi hanno fatto tornare giovane. Un attimo piuttosto lungo a dire il vero, visto che Wading In Dirty Water, la seconda delle sette tracce che sfilano in questo loro ottavo album, dura la bellezza di dieci minuti e mezzo: partenza sommessa e poi un crescendo di organo dal suono denso e chitarre circolari che deflagra facendosi epica cavalcata, con un’elettrica che prima riffeggia dura e poi si scioglie lisergica. Un brano eccezionale, che varrebbe da solo l’acquisto del disco e mi ha richiamato alla memoria due band (entrambe australiane) che illuminarono i miei anni ’80, ossia i Triffids e – soprattutto – i Died Pretty, e il lettore che sa di chi sto parlando a questo punto si affretterà a prender nota. Comunque anche il resto di “Mercy” non è niente male, eh? Distante ben più di, rispettivamente, dieci e nove anni da quei due primi album, “Immmaculada” e “Leave Home”, con i quali il quartetto di Brooklyn fece in ogni senso rumore, attirando l’attenzione con un sound fragoroso e abrasivo, fra hardcore e noise. Nondimeno già con il successivo, del 2012, “Open Your Heart” la band allargava gli orizzonti, incorporando nel proprio sound influenze surf e country, puntando più sulla scrittura che su una mera forza d’urto che restava in ogni caso rimarchevole. Shoegaze, krautrock, psichedelia venivano inglobati da lì e più avanti persino Tom Petty e Bruce Springsteen entreranno a far parte del quadro.
Qui al summenzionato capolavoro va dietro – pensate! – un brano, Fallin’ Thru, per pianoforte e voce alla Leonard Cohen/Nick Cave. Altrove i ragazzi countreggiano (Cool Water, Call The Dr.), flirtano con certo post-punk (Children All Over The World), rialzano al massimo i volumi (la travolgente Breeze). Notevoli.
Pubblicato per la prima volta su “Audio Review”, n.417, febbraio 2020.
Triffids e Died Pretty tra i miei must dell’epoca. Grazie ai The Men ora, in questo periodo complicato, mi posso godere “Another Day In The Sun”.
Davvero un ottimo gruppo! Ho in casa il loro Tomorrow’s Hits e anche questo mi attira parecchio… Wading In Dirty Water è di certo un buon incentivo, grazie per la recensione.
Grande album, l’unico pezzo che non mi convince è “Children All Over the World”. Grazie per continuare a tenerci compagnia con i tuoi post in questi tristi giorni.