Per essere una che non fa pop, sebbene spesso evidenzi un istinto melodico killer, l’ascesa della ventiseienne californiana Phoebe Bridgers verso empirei di stardom è di quelle che mozzano il fiato. Del 2017 un debutto, “Stranger In The Alps”, che c’era chi si spingeva a esaltare come l’apparizione alla ribalta di un talento gigantesco, la ragazza ha occupato il tempo trascorso prima di porre mano al seguito collaborando con i National e Fiona Apple, con i 1975 come con Jackson Browne, ha formato il supergruppo Boygenius con Julien Baker e Lucy Dacus e pubblicato un EP a tal nome e dato vita con Conor Oberst al progetto Better Oblivion Community Center, titolare di un omonimo album. Quando e come abbia trovato modo, oltretutto fra un tour e l’altro, per confezionare “Punisher” solo lei lo sa.
Sia come sia: sesto nel Regno Unito mentre scrivo e a un passo dai Top 40 USA (per quanto l’impatto mediatico dell’autrice non vada misurato per ora con le posizioni in classifica quanto con la sensazione che si stia assistendo alla costruzione di una carriera), “Punisher” è all’altezza dei sogni di chi dice che dodicenne si immaginava come “il prossimo Bob Dylan”. Mostrando ambizione tanto smisurata quanto sorprendente per una della generazione dei cosiddetti “millenials”. Nulla ricorda a ogni buon conto l’illustre idolo in un disco per lo più sognante, salvo quando si concede aperture a un rock brioso, come in una Kyoto spigliatamente indie o in una ICU memore del fatto che Phoebe fece apprendistato suonando cover dei Pixies. Quando il magnifico crescendo di I Know The End bordeggia il neo-classico. Qualcuno (fantastico il quasi-bluegrass Graceland Too) ha definito emo-folk la Bridgers, ma la verità è che nessuna etichetta si appiccica a un talento di tal fatta.
Pubblicato per la prima volta su “Audio Review”, n.422, agosto 2020.
ho ordinato a genova da disco club. great expectations. nell’attesa che arrivi mi autoinfliggo la visione della performance della signorina phoebe al saturday night live. lo so che non siamo qui per fare pettegolezzi, ma dottore è normale che mi sia un po’ passata la voglia che arrivi il cd?