Il rock oltre il rock degli Slint

Siccome (almeno per scarti minimi come questo) la data di pubblicazione conta più di quella di incisione, il secondo e ultimo album degli Slint, registrato nel 1990 ma pubblicato nel ’91, va annoverato senz’altro fra i capolavori degli anni ’90 e non fra quelli del decennio precedente. E c’è una logica in ciò, dacché questo disco ha singolarmente disegnato tanta parte del post-rock dei successivi due lustri e in nessun modo può essere invece datato come appartenente ai precedenti due. Ma si potrebbe in fondo dire la stessa cosa del predecessore, il più succinto e spigoloso “Tweez”, inciso nell’87 e uscito nell’89. Altra indicazione che il quartetto di Louisville fu sempre fuori sincrono rispetto al proprio tempo, in anticipo e dunque, inevitabilmente, incompreso. Mutatis mutandis, sono in fondo stati degli altri Velvet Underground, gli Slint: pochi li ascoltarono, ma quei pochi ne ebbero la vita cambiata.

Due degli Slint, il chitarrista Brian McMahan e il batterista Britt Walford, erano stati insieme, imberbi, negli Squirrel Bait (con loro David Grubbs, che fonderà poi i Bastro e quindi i Gastr Del Sol). Il rovinoso ed emotivo hardcore punk di costoro si trasforma radicalmente in “Tweez” e in “Spiderland”: cala il ritmo, sparisce l’innodia, l’abbassarsi dei volumi induce aumento in luogo che diminuzione della spigolosità. Emergono scampoli di blues (ma raffreddato), country (ma niente affatto cantabile), psichedelia (transumante dalla moviola al raga, alla scala arabeggiante). È musica per certi versi già sentita, eppure inaudita, senz’altro catalogabile alla voce “rock”, eppure oltre. Irripetibile magia di un momento di passaggio. McMahan scioglierà il gruppo poco dopo la pubblicazione dell’album, in preda a una profonda crisi esistenziale da cui uscirà capitanando per breve tempo quei For Carnation logica evoluzione del suono esposto in “Spiderland”. Alcuni ottimi dischi all’attivo ma ─ come dire? ─ “normali”. Ritroveremo il suo contraltare chitarristico David Pajo nei For Carnation stessi, nei Tortoise, solista sotto pseudonimo come Aerial M o Papa M.

Tratto da Rock: 1000 dischi fondamentali più cento dischi di culto, Giunti, 2019. A oggi sono trascorsi trent’anni esatti dalla pubblicazione di “Spiderland”.

3 commenti

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3 risposte a “Il rock oltre il rock degli Slint

  1. Canez69

    VM, un disco che mi sempre incuriosito fin dalla copertina, a cui non sono mai arrivato vicino ad acquistarlo. Pensa te che io pensavo suonassero nu-metal!!! hahaha

    • Paolo Rep

      Non ti schernire, sono errori che si commettono ma che per fortuna sono rimediabili! Quanti gruppi o artisti ci sono sfuggiti per scarsa informazione o per ingiustificati preconcetti nei confronti di un genere musicale? Meraviglioso è riscoprire ed ascoltare per la prima volta un tesoro nascosto! Io feci passare degli anni prima di convincermi a prestare orecchio a “Double Nickels On The Dime” dei Minutemen perché pensavo fossero “troppo” hardcore-punk. Oggi lo considero uno di quei dischi che anche mia nonna dovrebbe possedere. Ah… se non hai neppure quello ti tolgo il saluto…

      • Massimiliano

        È così mannaggia, io ho scoperto Townes Van Zandt a 50 anni perché l’avevo pensato come “troppo” country, pensa che bestia…

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