Gang – Ritorno al fuoco (Rumble Beat)

È nella sua quarta vita la Gang dei fratelli Marino e Sandro Severini. Nella prima gli allora ragazzi si segnalarono come dei clamorosi epigoni dei Clash, fra i più credibili di sempre e dovunque. Nella seconda cambiarono per sempre la canzone d’autore italiana rock con quel “Le radici e le ali” che anche oltre il suo essere un capolavoro ha esercitato nei trent’anni dall’uscita un’influenza incommensurabile. All’alba del nuovo secolo i Severini andavano però in rotta di collisione con l’industria discografica, rottura traumatica dopo la quale per troppi anni la Gang si è limitata a far jukebox di se stessa, concedendo a un fandom che resta numeroso solo pur pregiati progetti “a latere”. Tornava sul serio a incidere (in ogni senso) nel 2015 con lo splendido (autoprodotto grazie a un crowdfunding e da allora lavora così) “Sangue e cenere”. Sarà che lo si attese così tanto, sarà che nel frattempo ha visto la luce una raccolta di cover tanto bella e rivelatoria (“Calibro 77”) da poterla considerare in tutto e per tutto “cosa loro”, ma che fosse passato un lustro da “Sangue e cenere” a chi scrive non pareva proprio.

Anche perché si prosegue in quel solco, con la calorosa e calibrata produzione di Jono Manson e un lungo elenco di musicisti perlopiù statunitensi e di alto profilo a dar man forte. Fanno corona a una struggente resa di A pa di De Gregori dieci canzoni nuove che trovano istantanea collocazione nella memoria e nel catalogo storico, dalla fanfara rock’n’roll La banda Bellini alla dolente Via Modesta Valenti, da quel gioiello di Americana romantica che è Amami se hai coraggio alla rumba che “passa e rallenta/diventa un tango” di Un treno per Riace. Persuade pure il confrontarsi con folk da altri mondi di Rojava libero e Azadi.

Pubblicato per la prima volta su “Audio Review”, n.428, febbraio 2021.

5 commenti

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5 risposte a “Gang – Ritorno al fuoco (Rumble Beat)

  1. Canez69

    I gang li scoprii grazie a Planet Rock nel 1987 ai tempi di Barricada Rumble Beat…..Li ho stra-amati con Le Radici e Le Ali. Mi sono sempre promesso di andarli a trovare a Filottrano, se sono ancora lì. Sempre resistenti. Hasta la victoria siempre. We are the voice that comes to remember, not to surrender….

  2. Stefano

    Ultimi tre post meraviglia delle meraviglie (più quello prima su Edmunds che ho ascoltato anni fa e che ascoltava mio padre), uno più interessante dell’altro, ma i Gang… quest’album mi piace!

  3. ENRICO MURGIA

    E se dovessimo per una volta giudicare un album dalla copertina? Mio Dio che brutta…

  4. Stefano

    Aggiungo perchè ho sempre pensato che per quanto e al di là di come la si possa pensare politicamente l’elefante fosse e rimane un animale attraente e pieno di fascino e carica simbolica, anche in questa versione sorridente

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