
Inarrestabile la cantautrice di Saint Kitts (Indie Occidentali; ma il passaporto è britannico) dacché nel 1976 un album omonimo che è però già il suo terzo insuffla in uno stile garbatamente folk-pop, e con al più un profumo di jazz, nerbo rock. E poi: anima soul che non si nega a funk ed errebì e un più disinvolto collegarsi alle radici caraibiche. Non si può dire sia un crescendo solo perché già “Joan Armatrading” è splendido splendente e scegliere fra i successivi “Show Some Emotion” (1977), “To The Limit” (1978; per il quale optiamo), “Me Myself I” (1980) e “Walk Under Ladders” (1981) è questione di preferire questa canzone a quella. Sono tutti dischi baciati nel Regno Unito da vendite eccellenti e che guadagnano alla Armatrading qualcosa più che un culto anche negli USA. Peccato che “The Key” nell’83 banalizzi la formula alla ricerca di un successo ancora più ampio, che sembrerebbe arrivare ma non dura. Né l’ispirazione tornerà mai ai livelli di quest’era aurea.
Tratto da Rock: 1000 dischi fondamentali più cento dischi di culto, Giunti, 2019. Joan Armatrading oggi ne fa settantuno ed è ancora molto, molto in gamba (la foto è di Clive Arrowsmith).