
Ne ha di cose da raccontare Ronnie Spector: di quando Murray “The K” notò al newyorkese Peppermint Lounge lei, la sorella Estelle e la cugina Nedra e poco dopo le Ronettes esordirono su disco (era il 1961 e la signorina Veronica Bennett era minorenne); di quando andò in tour con degli ancora sconosciuti Rolling Stones in Gran Bretagna e lei e Keith Richards, bloccati per strada dalla nebbia, si ritrovarono a mendicare una colazione; di quando poco dopo le parti si invertirono e, oltre Atlantico, fu mamma Bennett a sfamare il giovane Keith; di quando i Beatles vollero a tutti i costi le Ronettes come spalla in quello che fu il loro ultimo tour; di quando George Harrison scrisse per lei il suo debutto a 45 giri da solista e Lennon e Ringo Starr ci suonarono; di quando Billy Joel cercò nel 1977 di rilanciarla e allora furono quelli della E Street Band a farle da gregari; di quando…
Per intanto però – altri anni sessanta in corso: i suoi – la signora non solo non ha alcuna intenzione di vivere del glorioso ricordo di quando era la massima epitome del pop adolescenziale spectoriano ma confeziona con questo “The Last Of The Rock Stars” il suo primo album da molto tempo in qua: e che signor disco! Dal riff serrato di una Never Gonna Be Your Baby che rovescia polemicamente l’invocazione dell’epocale Be My Baby (doloroso e combattuto il divorzio, umano e artistico, dal tirannico pigmalione Phil) a una springsteeniana circa “The River” (l’ha scritta però Amy Rigby) All I Want, da una languida There Is An End che sa di Chris Isaak (e ci canta Patti Smith) a una struggente You Can’t Put Your Arms Around A Memory che ricorda Johnny Thunders (e dà un commosso addio a Joey Ramone). Fino a una versione jazzata della Out In The Cold Again che fu di Frankie Lymon & The Teenagers.
Pubblicato per la prima volta su “Audio Review”, n.268, maggio 2006.