I migliori album del 2022 (3): Danger Mouse & Black Thought – Cheat Codes (BMG)

Le presentazioni… Oltre che metà dei Gnarls Barkley e musicista in proprio (spesso in coppia con altri: Jemini The Gifted One, Sparklehorse, Daniele Luppi, Karen O), Danger Mouse (newyorkese quarantacinquenne nato Brian Burton) è soprattutto produttore a 360°. CV che include fra gli altri Gorillaz, Rapture, Black Keys, Beck, Norah Jones, John Cale, U2, Adele, Iggy Pop, Michael Kiwanuka, Red Hot Chili Peppers, Parquet Courts. Ventiquattro a oggi le sue candidature in varie vesti e categorie ai Grammy, sei quelli portati a casa. Nel 2009 “Esquire” lo incluse in una lista delle 75 persone più influenti di inizio secolo. Con Black Thought (da Philadelphia, quarantanovenne, nato Tarik Trotter) me la cavo più rapidamente: rapper formidabile e inconfondibile, cofondatore dei Roots e solo superstite con il batterista Questlove della prima formazione, con costoro ha congegnato alcuni dei migliori esempi di hip hop trasversale degli ultimi trent’anni. Classiconi nella storia della black quali “Do You Want More?!!!??!”, “Illadelph Halflife”, “Things Fall Apart”, “Phrenology”…

Resta poco spazio per “Cheat Codes” e di nuovo me la cavo in fretta. Se quest’anno avevate intenzione di comprare un solo disco hip hop, fate che sia questo. Se in casa ne avete venti in tutto, che questo sia il ventunesimo. Dieci? L’undicesimo. Funkissimo, poppissimo, stilosissimo, è un ideale manifesto di tutto ciò che è l’hip hop al suo meglio: riassunto e superamento di quanto accaduto in precedenza nella musica afroamericana, in un costante dialogo con il passato che non si limita a quella (qui in un brano un campionamento dei nostrani Biglietto per l’Inferno!) e capace nel contempo di incidere in ogni senso sul presente. Capolavoro?

Pubblicato per la prima volta su “Audio Review”, n.446, ottobre 2022.

4 commenti

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4 risposte a “I migliori album del 2022 (3): Danger Mouse & Black Thought – Cheat Codes (BMG)

  1. Oliviero Marchesi

    Disco formidabile!

  2. Paolo Backstreet Iglina

    Da non esperto del genere seguo sempre i tuoi consigli ( lo scorso anno mi hai fatto scoprire Little Simz e ancora ti ringrazio) ma dopo ascolti di questo disco non capisco cosa ci sia di clamoroso.

    • Potrei azzardare che Little Simz ti sia piaciuto perché, pur restando in prevalenza in un perimetro hip hop, non si nega escursioni a latere e questo invece no perché il genere in questione non rientra fra i tuoi preferiti. E dunque e forse e magari (mia ipotesi) non arrivi a codificarlo appieno. Ma in ambito di hip hop classico “Cheat Codes” è un piccolo capolavoro, come ben pochi ne sono usciti in questo secolo. Secondo me.

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