Sweet De La Soul Music (r.i.p. Trugoy The Dove, 21/9/1968-12/2/2023)

Totalizzano cinquantasette anni in tre Posdnous, Trugoy The Dove e P.A. Pasemaster Mase quando, con il fondamentale apporto dello stetsasonico Prince Paul, mettono mano a “3 Feet High And Rising”. Vengono da Amityville, cittadina nei pressi di New York resa famosa dieci anni prima da una pellicola culto per ogni amante del cinema horror, ma nel loro esordio (su Tommy Boy, 1989) non disegnano gli scenari gotici che nell’hip hop faranno irruzione solo con il Wu-Tang Clan. Tutt’altro. La copertina tempestata di fiori abbozzati con tratto à la Haring e il vecchio simbolo hippie del “fate l’amore, non la guerra” iscritto nella “o” di “Soul” annunciano che, mentre a Los Angeles gli N.W.A si apprestano a fare conoscere al mondo come vanno le cose a Compton e da New York la CNN del Nemico Pubblico trasmette comunicati guerreschi, altra musica nera è pronta, vent’anni dopo la funkadelia, a mandare giù e a far salire su zuccherini all’acido. Senza flirt con il rock però.

Eppure è proprio il pubblico bianco che si entusiasma di più, facendosi per la prima volta conquistare da una posse senza che questa ricorra ai riff dell’hard (i Run-DMC) o a posture clashiane (i Public Enemy). Piacciono il passo flemmatico, l’ironia, i campionamenti assurdi (la lezione di francese di Transmitting Live From Mars), le melodie insidiose anche quando oblique ma a volte talmente semplici (The Magic Number) da rasentare la filastrocca da asilo. Dopo il quasi fallimentare (artisticamente, non commercialmente) “De La Soul Is Dead” i Nostri faranno ancora belle cose, rimanendo però confinati in un ambito di genere che agli esordi avevano saputo trascendere. Il paradossale problema sarà esattamente l’abbraccio del pubblico del rock. Di lì la diffidenza dei neri. Di lì il tentativo di emanciparsi dall’immagine floreale e conquistarsi una credibilità stradaiola. Di lì l’accentuazione degli spigoli, l’inturgidirsi dei suoni, il venire meno dell’onirica magia di un debutto che il trascorrere del tempo non ha offeso.

Pubblicato per la prima volta su “Extra”, n.26, estate 2007.

1 Commento

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Una risposta a “Sweet De La Soul Music (r.i.p. Trugoy The Dove, 21/9/1968-12/2/2023)

  1. One beat wonder, insomma.

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