New wave 1977-1980: le basi

Più che uno specifico stile musicale era (per dirla con Simon Reynolds) “uno spazio aperto a un gran numero di possibilità”. Ho provato a raccontarne l’epopea attraverso dieci album più fondamentali di altri che pure restano fondamentali, oggi più che mai. Qui.

https://hvsr.net/post/2024/new-wave-for-dummies-copia

3 commenti

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3 risposte a “New wave 1977-1980: le basi

  1. Ottima lista, Eddy. Dovendo ridurre la discoteca minima a dieci dischi, le tue scelte sono difficilmente contestabili.

  2. Mauro D'Alo'

    Non potevi fare una lista migliore di questa. L’unico disco che non riuscirei mai a lasciare fuori dai primi dieci è “154” dei Wire, ma davvero non saprei proprio cosa togliere…..

  3. Massimo Sarno

    Capisco bene che in una lista volutamente ristretta debbano restare sul campo diversi morti eccellenti. La lista in se è difficilmente contestabile; al massimo avrei potuto opporre una leggera preferenza per UNKNOWN PLEASURES rispetto a CLOSER e per JUJU rispetto a THE SCREAM. Nonostante questo, dalla mia modesta prospettiva, devo registrare alcune mancanze sanguinose; i CURE di SEVENTEEN SECONDS, gli ULTRAVOX di SYSTEMS OF ROMANCE, i WIRE di 154 e CHAIR MISSING, i TUXEDOMOON di HALF MUTE, gli XTC di DRUMS AND WIRE, i POP GROUP del primo album (ma anche del secondo), i VIRGIN PRUNES di IF I DIE, I DIE, gli U2 di BOY, i SIMPLE MINDS dei primi quattro albums. E’ pur vero che, in alcuni di questi casi, non si parla di gruppi totalmente ascrivibili alla NEW WAVE, ma sicuramente si tratta di lavori innovativi del tutto coerenti con le linee stilistiche di questo genere (che fondamentalmente è una propaggine più avanzata del punk), Con tutto ciò, se l’obiettivo è quello di indirizzare dei neofiti verso questo genere, la lista di Eddy rappresenta una guida indispensabile.

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