The Bevis Frond – Focus On Nature (Fire)

Nei suoi verdi ─ si fa per dire: era già più prossimo ai quaranta che ai trenta ─ anni Nick Saloman bastava a se stesso e, dopo che un esordio autoprodotto in duecentocinquanta copie (non perché, da buon collezionista e commerciante di dischi, volesse farne un’istantanea rarità ma in quanto convinto che quella roba lì quel mercato avesse) lo aveva reso una leggenda di un underground britannico tutto volto all’indietro, pubblicava album a raffica. Un po’ attingendo ad archivi sterminati, un po’ ingrossando il catalogo con nuove creazioni. Senza contare progetti laterali e collaborazioni solo a nome Bevis Frond dopo il debutto datato ’87 di cui sopra, “Miasma”, in quattro anni buttava fuori mezza dozzina di dischi incisi in perfetta o quasi perfetta solitudine. Salvo poi, dopo avere dato alle stampe il monumentale in ogni senso “New River Head”, capolavoro qualche minuto sotto le due ore in cui punk e post-punk facevano irruzione in una musica che quasi musealmente si era fino ad allora nutrita di influenze ’60 e primi ’70… continuare a pubblicare album dopo album, ma portandoli spesso pure in tour. Fino al 2004, a un ritiro da studi e palchi prolungatosi fino al 2011.

Dal ritorno la produzione si è in apparenza diradata, dal 2015 un lavoro nuovo ogni tre anni, ma essendo Saloman Saloman si tratta invariabilmente di album lunghissimi. Con la sua ora e un quarto “Focus On Nature” è persino sotto media. Non lo è un repertorio che a ballate ora folky e ora hendrixiane alterna assalti alla Wipers/Hüsker Dü, a riff hard fughe per tangenti psichedeliche, a tirate garage accenni di jingle-jangle. Lo promuoverà dal vivo e non accadeva dal 2016, quando dichiarò di essere troppo vecchio per i concerti. In Italia purtroppo non passa.

Pubblicato per la prima volta su “Audio Review”, n.462, marzo 2024.

2 commenti

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2 risposte a “The Bevis Frond – Focus On Nature (Fire)

  1. Mauro

    Recensione un po’ freddina, Eddy, per un album che a mio parere è un autentico gioiello (dai, un 8 se lo meritava).

  2. Paolo Backstreet Iglina

    Lo scopro ora ed è una bellissima scoperta.

    Grazie Eddy

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