Dio, quanto cominciai a detestarli, a un certo punto gli articoli cosiddetti “trasversali”. Inizialmente una geniale pensata bianchiniana che si trasformava presto in cliché e bisognava allora, ad ogni costo, inventarsi gli accostamenti e i parallelismi più improbabili per sistemare in uno stesso contenitore una band o un solista, uno o più scrittori, possibilmente un qualcosa di cinema. Sul numero 8 di “Velvet” finivano nella stessa scatola il cyberpunk, gli Spacemen 3, i Loop. Be’, tutto sommato potevano pure starci insieme…
Vidi i Loop in concerto alla fine degli anni Ottanta.”Alzarono” un muro
del suono incredibile.Fummo,noi astanti,presi in un vortice,ci annichili-
rono.Difficile non provare nostalgia per una serata come quella.
Everybody’s sayin’ that music is love…
Bloom di Mezzago, 1988 o 89, tour di “Fade Out”…quel concerto dei Loop fu un’esperienza davvero strepitosa…mi ricordo, nel fumo che avvolgeva il palco e la sala, le sagome dei quattro, gli strumenti consunti, rovinati dall’uso o dalle troppe mani in cui erano passati prima, il volto di Robert Hampson completamente nascosto dai capelli che sussurrava parole che affondavano in quel vortice di suoni, tanto potente da far vibrare la pelle come quella di un tamburo…
Per me i Loop sono stati uno dei gruppi fondamentali degli anni ottanta e perfino gli Spacemen 3, che tutti giudicano superiori e pure amo tantissimo, vengono un gradino sotto. Più ancora che negli album, forse la forza di quel gruppo fu negli EP: brani come Collision, Black Sun, Sunburst, le cover di Mother Sky e Thief Of Fire, mi mettono i brividi ancora oggi…
Ah…nostalgia canaglia…