Swamp Dogg – The White Man Made Me Do It (Alive Naturalsound)

Swamp Dogg - The White Man Made Me Do It

Oltraggioso come George Clinton, immediato come un Little Richard in versione punk e selvaggio come Dyke & The Blazers, Swamp Dogg suonava come avrebbe potuto suonare Otis Redding se dopo Monterey si fosse calato un acido con i figli dei fiori”: memorabili parole del critico inglese Peter Shapiro che così anni fa raccontava colui che altri descrissero come un Frank Zappa afroamericano ed era quello un paragone con poche attinenze musicali ma molte per l’intelligenza del personaggio, la lucidità delle analisi sociopolitiche, il gusto per l’oltraggio. Chi all’epoca si fosse incuriosito per quanto scriveva Shapiro avrebbe avuto qualche problema ad andare a toccare con orecchio, stante l’ardua reperibilità degli LP più classici, gli assi di un magico poker calato a inizio ’70 dal nostro uomo. Non è più così, grazie all’etichetta che pubblica ora questo nuovo album, e l’invito al lettore è di cercare almeno i primi due, “Total Destruction Of Your Mind” e “Rat On”. Ma una volta messisi in casa quelli proceda senz’altro con “The White Man Made Me Do It”.

Giacché dalle scene non si è mai ritirato parlare di “grande ritorno” sarebbe improprio. Più corretto dire di un ritorno alla forma migliore per questo classe 1942 nato Jerry Williams e che oltre alla carriera da solista come Swamp Dogg ne ha avuto una economicamente ben più proficua da autore e produttore. Questo lavoro inizia a fare piazza pulita del 99% di quanto oggi viene definito rhythm’n’blues con una traccia inaugurale e omonima degna del James Brown più stellare e procede metodicamente fino alla fine, oltre un’ora dopo, fra duri blues e sontuose ballate sudiste, vivaci uptempo e incursioni nel gospel, un tris di cover (Clovers, Robins e Sam Cooke) da urlo e un agrodolce omaggio a Sly Stone.

Pubblicato per la prima volta su “Audio Review”, n.360, febbraio 2015.

3 commenti

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3 risposte a “Swamp Dogg – The White Man Made Me Do It (Alive Naturalsound)

  1. Bellissimo post , davvero un geniaccio swamp dogg…tra l’altro mie è appena sfuggito su ebay l,lp origianle di total destruction ….peccato

  2. marktherock

    Swamp Dogg dalle mie parti è (quasi) dio. Non bastassero quel poker d’album che cita il VM, costui è l’uomo che ha messo tanta mano ad album irrinunciabili come “I’m a Loser” di Doris Duke e solo strepitosi come “The Brand New” di Z.Z. Hill. Saperlo in forma smagliante ormai alla soglie del suo quindicesimo lustro è una cosa che fa bene al cuore

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